Ragusa - Ecco le anticipazioni della prima puntata di “Ragusa ’72, La Sottile Linea Nera”, in pubblicazione domani, lunedì, su La Sicilia.
La nuova inchiesta del giornalista del Tg la7 Carmelo Schininà sul “caso Spampinato” parte da un furto una banda di tombaroli di Vittoria il 10 agosto del 1970 nel laboratorio di un restauratore di Ibla, Salvatore Guarino. Viene trafugato diverso materiale archeologico. Guarino è il restauratore di fiducia dell’ingegnere Angelo Tumino, assassinato il 25 febbraio del 72, il cui delitto è strettamente legato a quello di Giovanni Spampinato, corrispondente de L’Ora di Palermo, ucciso otto mesi dopo dall’allora figlio del presidente del tribunale Roberto Campria che il cronista indiziava dell’omicidio dell’ingegnere. Salvatore Guarino morirà in uno “strano incidente”, tre mesi dopo Spampinato, folgorato nel campanile del Duomo di San Giorgio mentre aggiustava l’impianto elettrico delle campane.
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Secondo l’inchiesta di Schininà la morte del restauratore è legata agli omicidi Tumino e Spampinato e l’ingegnere sarebbe stato ucciso da quei tombaroli di Vittoria che davano la caccia a Guarino ma che si occupavano anche di sigarette, armi ed esplosivo che in quell’anno sbarcavano nelle nostre coste. Elementi su cui indagava Giovanni Spampinato mentre da un anno e mezzo portava avanti una inchiesta per “L’Ora” sulla presenza di neofascisti come Stefano Delle Chiaie e Vittorio Quintavalle. Ma c’è di più: Tumino sarebbe stato ucciso per sottrargli un cratere greco di enorme valore rinvenuto in uno scavo clandestino. Quest’ultima è anche l’ipotesi della nuova inchiesta del pubblico ministero Santo Fornasier che da 5 anni ha riaperto il caso Tumino e che interseca un vecchio fascicolo dell’82 rimasto occultato, secondo cui a conoscere il segreto del cratere sarebbero state una cerchia di persone vicine all’ingegnere tra cui Guarino, Campria e un concessionario d’auto amico di Tumino, Ernesto Dimarco. Su questi nomi non indagò mai la procura nel 72. L’inchiesta di Fornasier invece riparte da qui grazie anche a un verbale di un testimone d’eccezione: il fotografo del barocco Giuseppe Leone scomparso prima dell’estate. Il Maestro Leone dopo 50 anni ha raccontato che Tumino prima di essere ucciso gli aveva mostrato proprio un cratere greco valutato 100 milioni di lire…