Ragusa - È una storia di coraggio, resilienza e solidarietà istituzionale, come ha avuto modo di commentare il direttore generale dell’Asp di Ragusa, Giuseppe Drago, quella della piccola Maria, nata prematuramente a soli 25 settimane, con un peso di appena 700 grammi.
Nata da una gravidanza gemellare, frutto di fecondazione assistita, la bambina ha affrontato sin dai primi istanti di vita gravi complicanze mediche, tra cui infezioni e insufficienza respiratoria, che hanno richiesto cure intensive altamente specializzate e innovative nel reparto di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa, diretto dal dott. Vincenzo Salvo. Un miracolo di vita che merita di essere raccontato. Durante le prime settimane, Maria ha vissuto condizioni cliniche estremamente critiche, con insufficienze multiorgano e necessità di ventilazione meccanica invasiva e nutrizione parenterale. Dopo circa due mesi di terapia intensiva, è iniziato un lento ma progressivo recupero. Tuttavia, la piccola ha sviluppato una grave complicanza oculistica, frequente nei prematuri: la retinopatia della prematurità. Per ricevere le cure necessarie, è stata trasferita prima al Policlinico di Catania e successivamente, con un trasporto aereo militare, al Policlinico Gemelli di Roma, sotto la supervisione del prof. Giovanni Vento. Parallelamente alla lotta medica, anche la famiglia ha vissuto momenti di forte disagio: mentre la neonata era ricoverata a Roma, la madre e il gemello erano rimasti a Ragusa. È stato più volte sottolineato, anche dagli operatori sanitari, quanto il contatto madre-figlio sia determinante per il miglioramento clinico dei neonati prematuri.
Ieri, finalmente, Maria è potuta tornare a casa. Grazie a un altro volo sanitario organizzato grazie alla sinergica attività delle istituzioni coinvolte, ha riabbracciato la sua famiglia e ha fatto ritorno al reparto di Neonatologia di Ragusa per il prosieguo delle cure ospedaliere, ma soprattutto per ricongiungersi con la madre e il fratello gemello Salvatore, già dimesso. Una storia di grande umanità, resa possibile nonostante l’assenza di procedure standardizzate che hanno generato non poche difficoltà logistiche. Fondamentale, in questa complessa vicenda, è stata la sinergia tra diverse istituzioni sanitarie e amministrative: il reparto di Neonatologia del Giovanni Paolo II, la Direzione dell’Asp di Ragusa, il dott. Salvatore Iacolino – direttore del Dipartimento Pianificazione Strategica dell’Assessorato regionale alla Salute – e il servizio SEUS 118.
“La storia della piccola Maria è il simbolo di quanto una rete assistenziale ben coordinata e una forte sinergia tra istituzioni possano davvero fare la differenza”, ha commentato il dott. Vincenzo Salvo, direttore della UOC di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa. “Voglio ringraziare profondamente tutti coloro che hanno reso possibile il suo percorso di cura: i colleghi di Catania e Roma, la Direzione Generale dell’Asp, l’Assessorato regionale alla Salute, il SEUS 118, il coinvolgimento della politica e tutte le figure coinvolte. Abbiamo unito le forze per salvare una vita fragile e preziosa, dimostrando che la buona sanità, quando guidata da sensibilità e collaborazione, è possibile. Ora Maria è di nuovo con la sua famiglia ed è questo il traguardo più importante.”