Palermo - Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha accettato le dimissioni dell’assessore all’Energia e ai servizi di pubblica utilità, Roberto Di Mauro. Al suo posto il governatore ha designato Francesco Colianni, che giurerà domani alle 15 davanti all’Assemblea regionale siciliana. «Ringrazio Roberto Di Mauro per il lavoro svolto in questi anni e per il suo contributo all’attività della giunta di governo in settori strategici – dice Schifani – Il nuovo assessore Francesco Colianni proseguirà il percorso di attuazione del programma di governo».
Il successore di Di Mauro era stato già designato dall’Mpa nel corso di un vertice a Enna, a margine della presentazione del movimento Grande Sicilia: sarà Francesco Colianni, 40 anni il mese prossimo, ex vicesindaco di Enna, già candidato nel 2022 all’Ars nella lista Popolari e Autonomisti. Nessun peso, già quando qualche tempo fa Lombardo ha comunicato il nome a Schifani, ha avuto la vicenda giudiziaria del padre del futuro assessore: Paolo Colianni (a sua volta già deputato regionale dell’Mpa nel 2008, dopo l’esperienza nella prima giunta di Totò Cuffaro con le deleghe a Famiglia, Politiche sociali e Autonomie locali) è stato di recente condannato in primo grado a 5 anni e 4 mesi per violenza sessuale su minore nella veste di medico psicoterapeuta.
Semmai, le residue perplessità erano legate al curriculum di Colianni Jr., apprezzato come amministratore locale, ma senza l’esperienza per gestire un assessorato in affanno, nel quale anche uno con quintali di pelo sullo stomaco come Di Mauro (destinato al ruolo di capogruppo all’Ars, vacante dopo l’arresto di Giuseppe Castiglione) è rimasto ingabbiato. «Non è un problema: attorno a Francesco – confidano nella stanza dei bottoni lombardiani – costruiremo un cordone di sicurezza, con una squadra all’altezza della sfida». Il che confermerebbe lo scenario, gradito allo stesso Schifani, di un turn over dei dirigenti generali dell’assessorato, entrambi esterni: a rischio sopratutto Arturo Vallone (Acqua e Rifiuti), non scontata la conferma di Calogero Burgio (Energia).
L’altra perplessità è più legata alla geopolitica lombardiana: puntare sull’under 40 Colianni può avere l’effetto collaterale di deludere un altro giovane rampante del vivaio autonomista, anch’esso figlio d’arte, come Luigi Genovese, magari fino al punto di spingerlo (con tutti i voti del padre) fra le braccia di Forza Italia. Anche per questo nel movimento c’è chi avrebbe preferito una scelta meno “innovativa” e più rassicurante. Come il ritorno in giunta dell’ex assessore etneo Antonio Scavone.
Ma ormai i giochi sono fatti. E lunedì Schifani attribuirà le deleghe a Colianni, già presente ieri nell’ufficio di Schifani quando Di Mauro ha rassegnato le dimissioni. Colianni giurerà da nuovo assessore martedì all’Ars.