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22/11/2022 17:15

Rosa Balistrieri. Il canto di denuncia di una voce superstite

Secondo spettacolo della Rassegna teatrale "Casamatta in scena" intitolato "Rosa, la cantatrice del Sud", scritto e interpretato da Laura Giordani

di Redazione

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Rosa Balistrieri
Rosa Balistrieri

Ragusa – Un caloroso omaggio a Rosa Balistrieri, nota come la “cantatrice del Sud”, è stato portato in scena nell’ambito della Rassegna teatrale di Casamatta, dal coinvolgente canto di Laura Giordani, voce narrante accompagnata dalla chitarra di Mimmo Aiola. Ha dovuto andarsene Rosa, dalla sua terra e poi da questo mondo.

Mancava il pane lì, e anche la libertà. Che ella inseguì per tutti i suoi giorni. Prigioniera di un’esistenza ingiusta, che la costrinse a un matrimonio combinato sopravvissuto fino al coraggio della ribellione da violenze e soprusi, ma che le costò la prigione. Una terra che era sorda, muta, che non teneva chi voleva partire e nulla dava a chi voleva tornare. Addormentata, in attesa di un cambiamento che solo la forza, però, può ottenere. Il treno per la libertà si ferma a Firenze, città che salva la sua dignità dagli orrori siciliani: qui Rosa è una donna come tante altre, trova un lavoro, una casa, e si fa raggiungere da tutta la famiglia. Qui conosce Manfredi, pittore e uomo colto che la introduce alla conoscenza di altri artisti, fra i quali Dario Fo. In molti la ascoltano e la apprezzano, e con l’incisione di un disco sarà conosciuta come “Rosa, la cantatrice del Sud”. Tradita dal suo uomo con la sua migliore amica, tenta il suicidio ma viene salvata: la vita ricomincerà con la nascita del nipotino. Un’esistenza ingiusta, ché la privò troppo presto dell’affetto della sorella uccisa dal marito in seguito a un litigio, e dalla presenza del padre, che non riuscì a superare il lutto.

L’emigrazione, compiuta a ventidue anni, non l’aveva salvata dai dispiaceri. “Più cammino, più la mia valigia si riempie di ricordi belli e brutti, ma canto e mi sento libera”, diceva. Il canto era il suo rifugio, la sua evasione, è il suo lascito. “Quando muoio non celebrate messa, ma portatemi un fiore, grande e rosso, come il sangue sporco. Ditelo a tutti quello che vi ho detto. Cantate i miei canti per gli altri, pensatemi ogni tanto che per questa terra muoio senza voce”. In conclusione Laura Giordani e Mimmo Aiola intonano l’unica canzone della raccolta che non è scritta da Rosa, ma a lei dedicata: “Siamo qua per non scordarti, sempre qua a piangere per l’amore, ancora la tua voce si sente, non hai cantato per niente”.

L’interpretazione di Laura e Mimmo è travolgente, emozionante, il pubblico non sa stare fermo, batte le mani, si unisce ai canti: un desiderio avverato. L’attrice Laura Giordani è nota al grande pubblico per aver interpretato il ruolo di Katia nel pluripremiato film “Le sorelle Macaluso” di Emma Dante; adesso possiamo vederla al cinema nei panni di Mariannina Palumbo nel film “La stranezza” di Roberto Andò con Toni Servillo e Ficarra e Piconel. Da 15 anni insieme a Mimmo Aiola porta in scena canti di denuncia sociale, in ricordo di Rosa Balistieri.