Scicli - Lo scempio di cui è stata teatro sabato la Scala dei Turchi ha risollevato il dibattito sull’abbandono in cui versano i tesori dimenticati dell’Isola, tra cui edifici di archeologia industriale come la Fornace Penna, la "mannara" di Montalbano che – come più volte denunciato da Ragusanews – dopo decenni di dimenticatoio, adesso cade a pezzi: gli ultimi crolli a Punta Pisciotto, che hanno coinvolto le arcate; appena due settimane; e quest’anno l’area è stata interessata anche da fenomeni di abusivismo edilizio. "Bisogna salvare il salvabile - dice Gianfranco Zanna, presidente regionale di Legambiente - il pericolo è che della Fornace presto resterà ben poco".
L’assessorato ai Beni culturali ha stanziato 9 milioni per la videosorveglianza di dei vari luoghi di valore storico e paesaggistico sparsi sulla mappa, ma aspetta ancora i progetti per fare i bandi. Il patrimonio è sterminato per i suoi 2mila dipendenti e nella maggior parte dei casi, più che di una telecamera che ne osservi il lento decadimento, i tesori siciliani necessitano di ben più onerosi interventi di messa in sicurezza, restauro e re-immissione in circuiti turistici di valorizzazione architettonica e culturale. Non esiste solo la Valle dei Templi.
Nella lista dei monumenti minacciati da tombaroli e maltempo ci sono, tra i tanti: il Castello svevo di Augusta, finito al centro di un'inchiesta poi archiviata sul rischio cedimento; la fonte Ciane e la Giudecca di Siracusa; la zona archeologica di Sabucina, nel nisseno, vandalizzata da teppisti; e le continue razzie di ladri a Sophiana, Eloro a Noto e – ancora nel ragusano – al sito di Kamarina. Anche l’erosione del suo litorale è stata ripetutamente segnalata da questa testata. Nella nostra provincia, poi, ci sarebbe anche la Stonhenge modicana di Cava de’ Servi da preservare, così come Cava d’Ispica e contrada Pantano da riqualificare. Invece non si riesce manco a manutenere il Duomo di San Giorgio a Ibla.