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Scicli, parziale messa in sicurezza della Casina Rossa

Consegnanti dalla Regione alla ditta appaltatrice i lavori di messa in sicurezza del tetto

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/16-09-2023/scicli-parziale-messa-in-sicurezza-della-casina-rossa-500.jpg Scicli, parziale messa in sicurezza della Casina Rossa


Scicli - Sono stati consegnati alla ditta appaltatrice i lavori di messa in sicurezza del tetto della Casina Rossa, in contrada Cuturi, a Scicli, immobile di proprietà della Regione siciliana. A darne notizia la deputata Cinquestelle Stefania Campo. L'intervento è stato finanziato con decreto dei beni culturali siciliani in favore del Parco archeologico di Kamarina e Cava d'Ispica come contributo straordinario. 

Nella scorsa legislatura, la deputata Campo era riuscita a far approvare un emendamento in finanziaria per un importo di 400mila euro, per la parziale messa in sicurezza della Casina Rossa (il nome deriva dal colore esterno dell'edificio) di Castelluccio Streppenosa, limitrofa al sito minerario di Castelluccio-Tabuna. 

Nel 1991 la Regione aveva istituito il “Museo regionale naturale e delle miniere di asfalto di Castelluccio e della Tabuna”, ma non lo aveva mai finanziato. L’istituzione di questo nuovo sito museale conta oggi sui 400mila euro spesi in questi mesi per la messa in sicurezza del tetto dell'immobile. Poca cosa purtroppo rispetto alle reali necessità di recupero. 

Lo storico edificio sito sulla Modica-Scicli via Cuturi affianca le miniere di Castelluccio Streppenosa, e dovrebbe diventare in futuro la sede gestionale del Museo minerario. 

Entro l’8 maggio 2024 è prevista la fine della messa in sicurezza e ristrutturazione del tetto. La Casina Rossa prima della seconda guerra mondiale ospitava gli uffici della ditta tedesca Kopp che gestiva la miniera. L’onorevole Campo si dice pronta a inserire nella prossima finanziaria un altro emendamento per la progettazione del Museo Minerario la cui realizzazione invece ha bisogno di ingenti fondi europei.

La miniera di contrada Tabuna
La zona mineraria di C.da Tabuna si trova sulla destra del medio corso del Fiume Irminio ed è ricca di “pietra asfaltica” da cui veniva estratto il bitume esportato in tutto il mondo per produrre asfalti, lubrificanti e combustibili, facendo così emergere il colore bianco della roccia. L’impiego dell’asfalto era frequente già nel VIII secolo a.C., come dimostrano i sarcofagi rinvenuti proprio nella contrada, che deriva il suo nome da “tabuto” ovvero sarcofago. Fu però nel 1838 che prese avvio lo sfruttamento minerale e industriale dell’area, quando tre ufficiali svizzeri dell’esercito borbonico, visitando la contrada capirono che quella pietra bruna poteva essere utilizzata per estrarre il bitume, non ottenendo però l’autorizzazione all’estrazione. Solo nel 1855 venne avviata una vera e propria industria estrattiva dell’asfalto a tre chilometri da Ragusa, che interessò una estensione di trecento ettari venduti o affittati a compagnie straniere, le quali esportarono l’asfalto in tutto il mondo fino alla prima guerra mondiale. Nel 1917 un’azienda romana, la A.B.C.D. (Asfalti, Bitumi, Catrami e Derivati) impiantò a Tabuna una serie di forni, i gasogeni, per lavorare l’asfalto. Si estraeva l’olio, lo si raffinava (negli stabilimenti di via Archimede, dove è oggi l’enorme palazzo Cocim) e lo si trasformava per ottenere un prodotto finito con alte rese economiche. Furono gli anni di Vann’Antò, che nelle sue poesie descrisse la dura vita dei minatori (“O scuru vaiu, o scuru viegnu, o scuro fazzu u santu viagghiu”). La A.B.C.D., da additare come uno dei primi esempi di industria con capitale almeno in parte statale ,in contrada Lusia impiantò un’incredibile attrezzatura, il Forno Roma, che con un complesso ciclo lavorativo si passava dalla roccia asfaltica frantumata alla benzina. Era il 1937 quando si completò la sua costruzione e si utilizzò, per i mezzi interni allo stabilimento, la benzina estratta dall’asfalto.

La miniera Steppenosa
La zona mineraria è sita sulla sinistra del medio corso del Fiume Irminio, nel tratto di Monte Streppenosa, e interessa le contrade di Piano Ceci e Castelluccio. Le miniere di quest’area sono successive a quelle della vicina Ragusa, aperte per fare fronte all’aumentata richiesta di materiale asfaltico per opera della The Val de Travers Aspalte Poving Ca. Ltd. di Londra.

Questa però abbandonò lo sfruttamento trovando più conveniente i giacimenti di C.da. Tabuna. Altre ditte proprietarie d’appezzamenti continuano l’estrazione in questa zona: la ditta Giardina di Modica, la Bonelli di Scicli, la ditta Kopp di Berlino, la Weyss & Freitag di Monaco, la ditta Cocò- Testa di Catania e la Fratelli Bocchieri di Ragusa. Il crollo della richiesta, dovuto allo scoppio della prima guerra mondiale, portò a fermare i lavori. Nel dopo guerra seguirono cessione ed accomodamenti, e restarono sul posto la ditta S.M.I.A. e la F.lli. Bocchieri, che ripresero l’estrazione fino a cederla alla Società A.B.C.D., la quale voleva trasferire la roccia estratta con una teleferica di circa Km 10 in C.da Tabuna per sottoporla a lavorazione.

C.da Castelluccio è anche di notevole interesse archeologico. Nella chiusa del Finocchito è stato ritrovato uno dei più interessanti ripostigli di bronzi Siculi (circa Kg. 30), costituito da oggetti finiti, punte di lance e di frecce, asce, pugnali, coltelli, monili, che si possono ammirare nel museo archeologico di Ragusa.


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