Roma - Giovedì l’atteso nuovo decreto del governo con divieti e limitazioni per fermare i contagi Covid sotto le feste. Ricapitolando, sul tavolo ci sono le seguenti restrizioni: assembramenti di piazza vietati a Capodanno, mascherine obbligatorie all’aperto in tutta Italia, terza dose anticipata da 5 a 4 mesi dopo l’ultima inoculazione, green pass valido 6 mesi. Di fronte alle ripetute violazioni del minimo sindacale di regole vigenti, alla curva epidemiologica che s’impenna e alle strutture sanitarie che rischiano di andare in affanno con i cittadini a ciclo completo sempre più scoperti contro il virus, Mario Draghi non esclude neanche misure drastiche come il coprifuoco nei giorni festivi , almeno per i non vaccinati.
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«L’arrivo della stagione invernale e la diffusione della variante Omicron ci obbligano alla massima cautela nella gestione dei prossimi mesi», avverte il premier. Le prime evidenze del Cts, sulla presenza del virus mutato in Italia, confermano la virulenza del nuovo ceppo e fanno temere un picco di positività e ospedalizzazioni entro metà gennaio: da qui la spinta ulteriore alla campagna vaccinale riducendo ancora, per la terza volta in due mesi, i tempi di intervallo del booster. La mossa conduce da sola ad una inevitabile riduzione della validità del super green pass da 9 a 6, se non addirittura a 5 mesi. Non è finita. Alle feste - in discoteche, locali e ovunque non sia garantito il distanziamento - dovrà presentare un tampone negativo entro 48 ore anche chi è vaccinato: motivo per cui i test scarseggiano nelle farmacie, che hanno da giorni le agende piene di richieste.
Tutto per tenere aperte attività e dei negozi: vedremo quali di questi provvedimenti andrà in porto, se tutti o per ora solo qualcuno, e in che misura. Il centrosinistra appoggia la linea dura, il centrodestra no. Al vaglio del Cdm c’è pure il prolungamento delle “vacanze” degli studenti e prof che, dopo feste e cenoni, potrebbero trasformare le piccole aule chiuse delle scuole in focolai. E l’estensione dell’obbligo vaccinale ad altre categorie di lavoratori dopo sanitari, docenti e forze dell’ordine, a cominciare dalla pubblica amministrazione e da chi è impiegato nei settori della ristorazione e del turismo, che sono più a diretto contatto con la gente. Entrambe queste due ultime misure, comunque, non scatteranno prima di gennaio. Le altre, già domani.