Ha girato al massimo la manopola del sedativo: incastrato da telecamere e cellulare
di Redazione

Fermato a Milano con l’accusa di omicidio volontario un infermiere 49enne di Paderno Dugnano che ha ucciso l’87enne zio della moglie, malato terminale, manomettendo il sistema di ventilazione polmonare meccanica e il trattamento con dei sedativi somministratigli via flebo. L’anziano è morto lo scorso 10 ottobre all’Ospedale Salvini di Garbagnate, nell’hinterland milanese. Oggi la parziale risoluzione del caso che segna una tacca sulle indagini, scattate dopo che un medico del nosocomio aveva denunciato che vittima aveva ricevuto, negli ultimi giorni di vita, una dose particolarmente elevata di sedativi, giustificabile solo con la manomissione dei macchinari che la erogavano.
L’analisi dei filmati di videosorveglianza della struttura, dei tabulati telefonici del presunto assassino, e le testimonianze di alcuni infermieri hanno consentito di accertare che solo lui era presente nella camera del paziente quando è avvenuta la manomissione, essendo l’unico ad avere il pass per visitarlo in base alle restrizioni alle visite dovute all’emergenza Covid. Il 49enne aveva anche pensato di fuggire raggiungendo l’aeroporto di Linate e imbarcandosi per Parigi, ma aveva rinunciato. I carabinieri che lo seguivano con il gps installato sulla sua auto l’hanno trovato a casa, dov’è attualmente agli arresti domiciliari. Pare che abbia agito per denaro: certi dunque gli sviluppi dell’inchiesta per capire chi sia il mandante, la “mente” dell’omicidio, che ha approfittato del ruolo sanitario ricoperto dall’uomo.
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