Rimborsi elevati ai medici di base, caos sulle liste di priorità, scarsa adesione dei docenti
di Redazione

Ragusa – Parliamoci chiaro: è vero che non si paga nulla per ricevere l’iniezione di vaccino anti Covid, ma le milioni di dosi arrivate e che arriveranno sono state pur sempre acquistate dal governo con i soldi dei contribuenti. Forse rientrerà qualcosa dai miliardi del Recovery Fund, che son pur sempre denari di cittadini europei. Non c’è nessun benefattore misterioso e non potrebbe essere altrimenti, è fin troppo ovvio. Ma sulle casse regionali – rimpinguate anch’esse dai residenti – ora peserà, in più, anche l’accordo sui compensi per effettuare le punture: i rimborsi saranno infatti tra i più alti del Paese. L’intesa tra Palazzo d’Orleans e sindacati, resasi urgente dopo che gli straordinari cumulati dai colleghi degli ospedali stavano mandando i conti in tilt, riconosce agli oltre 5 mila medici di base attivi sull’Isola 10 euro a iniezione nel proprio studio. In Italia solo a Bolzano costa di più, 14 euro, mentre in grandi regioni come Lombardia, Campania ed Emilia-Romagna non si superano i 7. Per la vaccinazione al domicilio sono 25 euro (ne volevano 30): è la cifra più alta insieme alla Lombardia contro, ad esempio, i 6 di Campania e Liguria o i 9 del Trentino. La tariffa oraria per il servizio negli ambulatori pubblici, 31,5 euro, rappresenta invece un unicum nazionale che rende impossibile paragoni: solo in Sicilia e in provincia di Bolzano, in questo terzo caso, i rimborsi non sono più a singola prestazione.
Sono le Asp che adesso dovranno iniziare a contattare medico per medico – sondandone la personale disponibilità, giacché l’accordo non è vincolante – e questo a sua volta i propri assistiti, pianificandone la vaccinazione. Saranno dotati dei sieri più facili da conservare, Moderna e Astrazeneca. Se non che l’innalzamento di quest’ultimo agli over 65 senza patologie ha dato un’altra mazzata alla già fragile organizzazione della campagna: le aziende sanitarie provinciali si trovano in queste ore a dover rimodulare in corsa il piano, per non bloccare gli appuntamenti già fissati e scatenare assembramenti davanti ai centri vaccinali o altre polemiche oltre quelle che già dividono le diverse categorie sociali sull’ordine cronologico della “chiama”. Il tutto, col via alle prenotazioni degli over 70 e calcolando bene le fiale in frigo: ad oggi sulla piattaforma ministeriale online ne figurano ancora 120mila da scongelare. Entro fine aprile dovrebbero atterrarne sull’Isola più di due milioni tra le varie marche, nel frattempo si continua a fare i conti giorno per giorno: oggi è attesa la prima tranche delle 100mila dosi mensili Astrazeneca, altre 50mila Pfizer sono attese tra un paio di giorni. C’è di buono che la somministrazione a operatori sanitari, ospiti delle rsa e forze dell’ordine è ormai alle battute finali. Preoccupa invece la bassa adesione del personale scolastico under 65: 78mila prenotazioni su 135mila destinatari, con solo 35mila attualmente vaccinati. Ma per i sindacati è solo frutto della confusione che sta regnando nelle graduatorie.
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