di Ansa

Una panchina con la scritta
“Verità e giustizia per Giulio Regeni” è stata inaugurata, oggi,
a Marsala. La panchina dedicata al giovane, un dottorando
italiano dell’Università di Cambridge rapito a Il Cairo il 25
gennaio 2016, giorno del quinto anniversario delle proteste di
piazza Tahrir, e ritrovato senza vita il 3 febbraio successivo
nelle vicinanze di una prigione, è stata installata nel sagrato
antistante la chiesa di San Giovanni al Boeo.
L’iniziativa è stata delle associazioni “Amici del Parco
archeologico di Marsala” e “38° Parallelo”, nonché del Parco
Archeologico di Lilibeo e del Comune di Marsala. L’intitolazione
della panchina, ha spiegato una nota del Museo-Parco
archeologico di Lilibeo-Marsala, è “per mantenere vivo il
ricordo di Giulio Regeni: una storia di coraggio e di sacrificio
che ci ricorda quanto la ricerca della verità e della giustizia
debbano essere un esercizio quotidiano e collettivo”. Il luogo
in cui si è deciso di installarla, si prosegue, è “simbolico”,
perché “San Giovanni fu martire per la ricerca della giustizia e
della verità”.
“Non conoscere ancora la verità per la morte di Giulio
Regeni, a sette anni di distanza, riempie di amarezza – dice
Anna Occhipinti, direttrice del Parco archeologico di Lilibeo –
Per una famiglia di cui intuiamo i patimenti a causa di una
perdita che non trova giustificazione, per il nostro stato che
ci appare in tutta la sua impotenza, per le tante vittime di
ingiustizie che silenziosamente gridano! Una panchina a Giulio
dedicata è il nostro modo di esserci, di abbracciare il dolore
di quanti lo piangono, di sostenere una battaglia accorata per
una giustizia vera”.
La panchina è stata realizzata nella “Officina di Pinocchio”
del quartiere popolare di Sappusi dai ragazzi dell’area penale,
giovani sottoposti ad attività da parte dell’autorità
giudiziaria e seguiti dall’educatrice dell’ufficio di servizio
sociale per i minorenni Gilma La Rosa, dall’associazione Arkè
onlus, e da altri ragazzi del quartiere coordinati falegname è
Giampiero De Vita, coadiuvato da un ragazzo africano, Yaya
Magassa.
© Riproduzione riservata