di Ansa

La strategia fondamentale per
risolvere il conflitto tra Hamas e Israele “è attivare la
‘soluzione dei due Stati’ il prima possibile, lottare per un
consenso più ampio e promuovere la formazione di calendario e
tabella di marcia per ripristinare i diritti legittimi della
nazione palestinese”. Lo ha detto il ministro degli Esteri
cinese Wang Yi alla controparte russa Serghei Lavrov,
aggiungendo che Pechino condanna “tutte le azioni che
danneggiano i civili e si oppone a qualsiasi violazione del
diritto internazionale: è necessario che il Consiglio di
Sicurezza dell’Onu agisca e che le grandi potenze svolgano un
ruolo attivo”.
“La priorità assoluta è cessare il fuoco e porre fine alla
guerra, spingere entrambe le parti a tornare al tavolo dei
negoziati, stabilire i canali di soccorso umanitario di
emergenza e prevenire maggiori disastri umanitari”, ha aggiunto
Wang.
L’incontro tra i due ministri si è tenuto questa mattina alla
Diaoyutai State
Guesthouse di Pechino: nella lunga nota diffusa nel pomeriggio
dalla diplomazia cinese non si fa riferimento ad Hamas – ma al
conflitto tra israeliani e palestinesi -, mentre tra i vari temi
trattati non è menzionata la guerra tra Ucraina e Russia.
Molto spazio, invece, è dedicato al decimo anniversario della
Belt and Road Initiative, la Nuova Via della Seta lanciata nel
2013 dal presidente Xi Jinping, e al terzo forum di domani e
dopodomani al quale è atteso il capo del Cremlino Vladimir
Putin. La Cina ha detto Wang, “coglierà l’imminente terzo forum
come un’opportunità per formare un consenso internazionale più
ampio e per promuovere la costruzione congiunta della ‘Belt and
Road’ verso una nuova fase di sviluppo di alta qualità”. Nel
2024 Cina e Russia celebreranno i 75 anni di relazioni
diplomatiche, una ricorrenza utile “per approfondire la fiducia
reciproca strategica”.
Lavrov, da parte sua, ha osservato che le relazioni
Russia-Cina mantengono uno slancio positivo. La ‘Belt and Road’
è diventata “un’importante piattaforma per promuovere la
cooperazione internazionale, con la partecipazione attiva di
tutte le parti” e vantaggi per tutta l’Eurasia.
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