di Redazione
E alla fine venne il colpo di teatro. Forza Italia lancia la candidatura di Stefania Prestigiacomo, Gianfranco Miccichè ritira la propria, ma non troppo, Raffaele Lombardo non la ritira affatto ed il suo Movimento per l’Autonomia si prepara ad una campagna elettorale che ,lo vedrà affiancato all’Udc di Cuffaro in Sicilia e di Casini fuori dall’Isola.
Dopo avere affermato che non avrebbe mai mollato, Miccichè, dunque, si è piegato ai voleri del suo leader, Silvio Berlusconi.
Stanno proprio così le cose? Ricordiamo che proprio nei giorni dello scioglimento dell’Assemblea, in gennaio dunque, fu proprio Gianfranco Miccichè a propore la candidatura di Stefania Prestigiacomo ed a dare il segnale inequivocabile della sua rottura con l’Udc di Cuffarò, sostenendo la necessità di una discontinuità.
Quando il nome della Prestigiacomo non riuscì a decollare e non ebbe sostenitori all’interno di Forza Italia, Miccichè riferì di essere stato designato da Berlusconi a coprire la poltrona di Palazzo d’Orleans.. Una volontà che sembrava incrollabile e che è stata accompagnata dal suo manifesto “per Miccichè e la rivoluzione siciliana”.
Fino a ieri, uscendo dagli uffici di Berlusconi, a Roma, ha ripetuto ai cronisti che non avrebbe ritirato la sua candidatura e che avrebbe convinto il Cavaliere a stare dalla sua parte. Raffaele L;lombardo, invece, affilava le armi e preparava l’apertiura della campagna eletlorale, persuaso che Miccichè non avrebbe fatto passi indietro e che Berlusconi non fosse proprio convinto di far scendere in campo gli azzurri per lui in Sicilia.
Stefania Prestigiacomo, ex Ministro per le pari opportunità nel Governo Berlusconi, dunque, non esce dal cilindro di un prestigiatore, ma è una scelta riflettuta. Una scelta di seconda battiuta se volete, ma sempre una scelta.
Che cosa ha convinto il Cavaliere ad adottarlo senza remore?
Anzitutto la determinazione di Miccichè a non ritirare la sua candidatura ed insieme il bisogno di rilanciare il ruolo di Forza Italia in Sicilia. Proprio ieri i dirigenti di AN, da Scalia a Lo Porto, avevano pubblicamente rimproverato a Miccichè la sua risolutezza, e sollecitato a convergere sulla candidatura di Lombardo. Sono stati accontentati a metà. Il loro ruolo, in questa vigilia elettorale, non era apparso essenziale. Stefano Prestigiacomo, comunque, non avrà certo avversari in AN.
Tutto questo spiega fino a un certo punto la scelta finale. Sull’altro fronte, il centrosinistra, si è puntato sul tandem Finocchiaro-Biorsellino, due donne agguerrite ed in grado di insidiare il centrodestra. Per questa ragione Berlusconi ha creduto che fare scendere in campo la Prestigiacomo fosse il solo modo di vincere.
Resta il nodo Lombardo. Due candidature nel centrodestra potrebbero fare correre il rischio di un insuccesso.
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