Una conferenza organizzata dalla Pro Loco di Comiso, dai Rotary Club di Comiso e di Vittoria
di Saro Distefano


Comiso – Il problema è principalmente speculativo. Ma le soluzioni sono da ricercare nel diritto e nell’etica. Sintesi più estrema di due ore di conversazione con Salvatore Inghilterra, Direttore Generale della Banca Agricola Popolare di Ragusa, non è possibile fare.
Una conferenza, organizzata dalla Pro Loco di Comiso, dai Rotary Club di Comiso e di Vittoria, che ha visto stracolmo l’auditorium del Centro Servizi Culturali di Comiso, perché il Direttore Generale di una delle migliori banche italiane che discute di “economia finanziaria” è occasione da non perdere. E non ha deluso l’avvocato Inghilterra, con due ore di conferenza con la quale ha spiegato in primis la differenza tra l’economia industriale, o reale, e quella finanziaria, o virtuale. E poi l’inizio della crisi economica, da lui individuata nella guerra del Kippur del 1973 con l’abnorme aumento del prezzo del petrolio e quindi l’accumulazione di enormi quantità di denaro liquido nei paesi produttori, e il successivo investimento di tale denaro in titoli di stato di altri paesi.
Per Inghilterra è evidente che la crisi attuale è determinata da un uso speculativo dell’economia finanziaria, ma la soluzione, oltre che nelle ovvie manovre finalizzate a far ripartire i consumi e quindi l’economia tradizionale fatta di produzione e consumi, deve essere ricercata altrove.
E nello specifico, almeno secondo il Direttore Generale della Banca Agricola Popolare di Ragusa, nella costituzione di un corpus di diritto internazionale che regolarizzi le attività finanziarie (ed è però, questo, un obiettivo lontano, considerata la forte opposizione di USA e Gran Bretagna) e soprattutto nella ricerca, da parte di tutti ed in particolar modo degli operatori economico-finanziari, della eticità nella loro attività.
Alcune citazioni di Salvatore Inghilterra sono parse più che opportune. Da Umberto Galimberti, secondo il quale bisognerà provocare una svolta storica per uscire dalla crisi, al giurista Natalino Irti, per il quale il mercato non esiste, è una invenzione del diritto e dovrà essere sempre il diritto a porre i dovuti paletti. E poi le citazioni che potremmo definire storiche, da Kant a Sant’Agostino e soprattutto Aristotele: “il principio stesso dell’azione non può esistere senza volontà e senza disposizione etica”.
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