Con l'abbassamento repentino delle temperature un po' dappertutto negli ultimi giorni, e in virtù del decreto firmato dal ministro della Transizione ecologica lo scorso ottobre con l'obiettivo di contenere i consumi di gas (15 giorni in meno di accensione degli impianti di riscaldamento e diminuzione delle temperature da 20 a 19 gradi centigradi) torna prepotentemente alla ribalta il tema della difficoltà a difendersi dal freddo.
Come difendersi dal freddo in casa e dormire meglio? i consigli
Una situazione che dovrebbe essere facilmente gestibile, secondo quanto spiegato a Il Corriere dal professore di Medicina interna a La Sapienza di Roma nonché presidente della Società italiana di medicina interna Giorgio Sesti. "Con gli accorgimenti giusti, la popolazione generale sana non si accorge della differenza", dichiara l'esperto, che si rifà a uno studio specifico effettuato in Giappone. "
Ci sono pochi studi rigorosi sull’effetto della variazione di 1 grado di temperatura in un ambiente, gli unici sono quelli condotti dai giapponesi che hanno una grande attenzione al microclima abitativo", prosegue il dottor Sesti. Il decremento di un grado, come quello previsto nelle case degli italiani, farebbe variare la pressione arteriosa di meno di un millimetro di mercurio, "vale a dire che se un soggetto ha 120 mmHg di 'massima' passa a 121. In linea generale, una variazione di questo tipo non è quindi significativa dal punto di vista di possibili danni vascolari".
Per i Soggetti fragili
I rischi si incrementano per le cosiddette categorie a rischio, come bambini, anziani o persone malate. Per questo motivo esistono specifiche strutture esentate da ciò che prevede il decreto, come ospedali, Rsa, scuole e asili. Quando si parla di soggetti fragili a casa, quindi, è bene prendere qualche precauzione in più. I bambini molto piccoli, ad esempio, non sono ancora dotati di un sistema di regolazione della temperatura corporea maturo e adeguato, anche se a creare maggiori preoccupazioni, per quanto concerne le temperature degli ambienti domestici sono gli anziani, spesso allettati.
"Questi pazienti non muovendosi soffrono di sarcopenia, una riduzione della massa e del movimento muscolare, uno dei più importanti meccanismi antifreddo", precisa il dottor Sesti. "La contrazione muscolare può essere volontaria, come quando battiamo i piedi o le mani per scaldarci, e involontaria, come quando sentiamo i brividi. In ogni caso richiede muscoli efficienti che gli anziani fragili non hanno", aggiunge. In questi casi, ad esempio, la diminuzione anche solo di un grado delle temperature interne imposta dal nuovo regolamento potrebbe creare più di qualche problema. "Un anziano in salute è bene che prevenga la sarcopenia facendosi consigliare da un esperto qualche esercizio da eseguire a casa con pesetti da un chilo, per esempio", aggiunge l'esperto, "anche portare buste della spesa leggere sono un ottimo allenamento".
Una delle categorie maggiormente a rischio sono i malati reumatici, specie coloro che risultano affetti dalla sindrome di Raynaud. " È un'alterazione della circolazione del sangue che colpisce più comunemente mani e piedi, rendendoli freddi, intorpiditi e di colore anomalo dopo esposizione a basse temperature", spiega il professore. Anche se un grado in meno potrebbe non essere sufficiente a scatenarla, è sempre meglio monitorare le condizioni del paziente, specie nel caso in cui manifesti dei segnali di sofferenza anche minima.
I rischi
Il pericolo maggiore, tuttavia, resta quello connesso all'esposizione a repentini sbalzi di temperatura, compresi tra 10 e 12 gradi centigradi. Passare da un ambiente molto caldo a uno molto freddo crea scompensi al nostro sistema cardiovascolare. "L'improvvisa attivazione del sistema nervoso simpatico, infatti, chiederà al cuore di aumentare il suo lavoro in modo più che significativo per distribuire all'organismo l'energia necessaria per far aumentare il metabolismo e quindi la produzione di calore", dichiara invece Matteo Cerri, neurofisiologo del dipartimento di Scienze biomediche e neuromotorie presso l'Università di Bologna. Allo stesso tempo, tuttavia, si verificherà una vasocostrizione dovuta proprio alla diminuzione improvvisa della temperatura, "che comporterà per il cuore uno sforzo di lavoro maggiore a causa dell’aumento della pressione che comporta questo".
I consigli
Un ambiente in particolar modo, nel caso in cui ci si riferisca a individui adulti e non affetti da patologie, sarebbe da mantenere più fresco, secondo Cerri: si tratta della camera da letto. "Sonno e termoregolazione sono profondamente legati", puntualizza," quando ci addormentiamo il cervello è molto sensibile alla temperatura cutanea. In questa fase, infatti, la pelle viene irrorata di sangue (vasodilatazione) che la riscalda e subito dopo il corpo inizia a raffreddarsi". Ed è proprio la velocità del raffreddamento a risultare fondamentale per agevolare il sonno." Su questa base, sono state anche sperimentate tute termiche che, modulando la temperatura degli arti, possono favorire l'addormentamento anche in chi soffre di insonnia", prosegue l'esperto.
Ecco quindi che, anche se può suonare strano, per dormire bene occorre stare in un ambiente "che sia leggermente al di sotto della termoneutralità e che segua l'oscillazione circadiana della temperatura corporea durante la notte, quando il corpo abbassa la temperatura fino a raggiungere il valore minimo al mattino". Così facendo l'organismo non dovrà attivare il sistema di termoregolazione durante la notte, migliorando in modo netto la qualità del sonno.