Le meduse appartengono alla famiglia dei Cnidari e sono note per il loro aspetto caratteristico gelatinoso e spesso trasparente che le rende talvolta invisibili in mare, anche perché esse stesse sono composte per il 98% di acqua.
La loro struttura anatomica è semplice, e comprende tre elementi:
L'ombrello;
La bocca collegata alla cavità gastrovascolare;
I tentacoli. Sono questi a pizzicarci iniettandoci il veleno. La ragione per cui le meduse ci attaccano è per difendersi dai predatori e per paralizzare una potenziale preda.
L’emissione del veleno avviene per contatto: i tentacoli sono composti da capsule con all’interno un filamento per iniettare il veleno.
Quando un corpo estraneo sfiora questo apparato, il filamento scatta all’esterno iniettando il veleno nella vittima.
Il morso, o ustione, brucia ed è doloroso non per il contatto con il tentacolo, ma a causa delle tossine emesse dalla medusa, composte da tre proteine:
Ipnotossina, che ha effetto paralizzante;
Talassina, che causa la risposta infiammatoria;
La cogestina che agisce sull'apparato circolatorio e respiratorio.
I sintomi. Come riconoscere la puntura di una medusa
I sintomi più comuni di un’ustione da medusa sono innanzitutto un forte bruciore, pelle arrossata, irritazione della pelle (bolle, vescicole, gonfiore) oppure dolore. Sono necessari 15-20 minuti affinché il senso di intenso bruciore scompaia (talvolta qualche ore per non sentire più dolore) e inizino prurito irritazione e formicolio.
È possibile che il gonfiore e il rossore durino per dei giorni prima di giungere a guarigione, anche una settimana.
Nei casi più gravi invece possono verificarsi anche altri effetti collaterali come ad esempio vomito, nausea, febbre, vertigini, spasmi muscolari e mal di testa. Tali sintomi in genere si sviluppano in seguito a punture diffuse oppure in soggetti particolari come i bambini e in questo caso è bene consultare il medico o recarsi al Pronto Soccorso.
Fortunatamente le meduse che vivono nel Mediterraneo non sono mortali, ma lo possono essere alcune forme di meduse presenti nei paesi tropicali. Il contatto con la Cubomedusa per esempio, che vive al largo delle coste australiane, può causare anche la morte.
Cosa fare quando si viene punti da una medusa
La prima cosa da fare quando si viene punti da una medusa è mantenere la calma. Farsi prendere dal panico, infatti, in queste situazioni non aiuta. Pertanto, non appena si avverte una forte sensazione di bruciore e gonfiore, bisogna uscire immediatamente dall'acqua cercando di tornare a riva il prima possibile. Nel caso in cui il dolore fosse molto forte è opportuno farsi aiutare da qualcuno;
Usciti dall’acqua è bene assicurarsi che sul corpo non ci siano ancora attaccate delle parti di medusa che potrebbero penetrare nella pelle. In questo caso dunque bisogna provvedere subito alla rimozione, sciacquando accuratamente la zona con acqua di mare (non acqua dolce!) in maniera tale da diluire le tossine;
Una volta pulita bene la zona ustionata, per gestire rossore e gonfiore la terapia farmacologica consigliata è applicare un gel al cloruro d’alluminio, meglio se a una concentrazione del 5%, che serve a lenire il prurito e a bloccare la diffusione delle tossine. Si può chiedere il farmaco più indicato al farmacista;
Se insorge malessere generalizzato con difficoltà respiratorie, sudorazione, pallore, mal di testa, nausea, vomito, vertigini, confusione, bisogna recarsi subito al Pronto Soccorso;
Dopo la fase più acuta, se il dolore persiste si può applicare sulla ferita una miscela di acqua e bicarbonato, comunemente noto per le sue proprietà disinfettanti. In alternativa è possibile utilizzare l'aceto bianco per cercare di diminuire il dolore e inibire il veleno. Tra i rimedi naturali più adatti c'è poi l'aloe vera, apprezzata largamente per le sue proprietà cicatrizzanti, antibatteriche, rigeneranti e antinfiammatorie. In particolare, il gel d'aloe vera è utilizzato spesso come rimedio contro ferite e ustioni. Per trovare sollievo è possibile applicarne un velo sulla parte del corpo colpita dalla medusa e lasciare asciugare.
Puntura di medusa: cosa non fare (e i rimedi che in realtà sono bufale)
Sono molte le leggende intorno ai “rimedi della nonna” per far passare velocemente il dolore, ma sono in realtà bufale.
Si consiglia quindi di:
NON usare farmaci a base di cortisone (anche in crema) oppure antistaminici, non adatti alla rimozione delle tossine e agiscono in genere dopo i trenta minuti, ossia quando ormai il bruciore e l'irritazione cominciano ad affievolirsi da soli;
NON toccare la sostanza urticante con le mani, che poi potrebbero essere portate a occhi e bocca scatenando reazioni più gravi;
NON grattarsi e stronfinare la zona colpita con la sabbia;
NON fare impacchi di ghiaccio sull’ustione;
NON fare pipì sulla ferita come invece spesso si sente consigliare, perché contiene al suo interno ammoniaca. In realtà però secondo alcuni studiosi, affinché possa essere efficace l'urina deve avere una temperatura non inferiore ai quaranta gradi, ben superiore a quella corporea;
NON applicare ammoniaca, perché deve essere applicata ad alte temperature per combattere in maniera effettivo il veleno immesso nel corpo dalla medusa;
NON fare impacchi di aceto bianco;
NON esporsi al sole sia il giorno stesso in cui si viene punti sia durante i due o tre giorni seguenti. Inoltre, è consigliabile coprire sempre la zona colpita mediante una garza, soprattutto se si è in spiaggia, in modo tale da non far penetrare sabbia e altri elementi nella ferita.