Gli alimenti ad elevato indice glicemico si possono definire come quelli che stimolano un picco glicemico nel sangue. Generalmente gli alimenti a basso IG vengono considerati quelli con valore uguale o inferiore a 55, a medio IG da 56 a 70 e alto IG più di 70. Gli alimenti a basso indice glicemico vengono metabolizzati più lentamente perché stazionano più tempo nell'intestino prima di essere digeriti. Alimenti di questo tipo non solo evitano gli attacchi di fame ma favoriscono anche la perdita di peso. Una dieta ipoglicemica a differenza di altre che fanno perdere peso solo sul momento, aiuta effettivamente a dimagrire perché quel che si perde è la massa grassa che deriva proprio dal consumo di alimenti quali carboidrati semplici e farine raffinate che favoriscono l'innalzamento della glicemia nel sangue. La dieta a basso indice glicemico ha quindi anche un effetto preventivo riguardo al rischio sovrappeso e obesità e malattie quali diabete e patologie cardiovascolari.
Dieta ipoglicemica: come seguirla
Una dieta ipoglicemica presenta caratteristiche simili alla dieta mediterranea in quanto gli alimenti che ne fanno parte sono in prevalenza verdura, frutta, cereali integrali, pesce, frutta secca, semi oleosi, legumi, carne, olio extravergine di oliva. Le farine raffinate e gli zuccheri che possiamo trovare in molti prodotti che fanno parte quotidianamente della nostra alimentazione quali ad esempio i prodotti da forno, le merendine, pane bianco, se vogliamo seguire una dieta ipoglicemica andrebbero consumati il meno possibile. Ma non solo le farine raffinate possiedono un indice glicemico più elevato. Anche le patate o alcuni tipi di frutta, ad esempio l'uva, i fichi, i cachi e le banane stimolano un picco glicemico. Nel caso della frutta gli esperti sottolineano che va tenuto conto anche del fatto che questo alimento ricco di fibre riduce l'assorbimento degli zuccheri a livello intestinale.
Tuttavia vi sono alcuni modi per abbassare il livello glicemico degli alimenti. Uno dei modi più semplici, secondo gli esperti, è di accompagnare un alimento ad alto indice glicemico con altri che lo abbassano, ovvero alimenti ricchi di fibre grassi e proteine. Per fare un esempio, il riso in bianco ha un indice elevato ma se mangiamo del riso integrale con verdure l'indice glicemico si abbassa. Anche la cottura incide sull'indice glicemico: ad esempio pasta riso ma anche patate e carote hanno un indice glicemico più elevato se sono cotti a lungo, per cui una cottura minore può aiutarci ad abbassare il livello glicemico di questi alimenti. Tuttavia bisogna tener conto non solo dell'indice glicemico ma anche del carico glicemico. Il primo fa riferimento alla capacità di un alimento di innalzare in un dato periodo di tempo i livelli della glicemia. Col secondo invece si intende la quantità di carboidrati che assumiamo in quel determinato periodo di tempo in cui calcoliamo l'indice glicemico. Insomma a fare la differenza è la quantità. Per fare un esempio: se mangiamo un chilo di fagioli anche se l'indice glicemico può considerarsi basso è peggio che mangiare una porzione di riso più contenuta sebbene questo alimento abbia un indice glicemico più elevato.