La dieta fruttariana è un'alimentazione basata sul consumo esclusivo di frutta. È questo il principio su cui si fonda una delle diete più estreme e discusse degl ultimi anni, ovvero il fruttarismo. I fruttariani, coloro che decidono di seguire diligentemente questo regime alimentare, rinunciano a tutto ciò che è artificiale e si nutrono soltanto di quello che viene offerto loro da madre natura. In alcuni casi si tratta di una scelta etica, in altri religiosa, in altri ancora ambientale.
Il fruttarismo è un regime alimentare impegnativo da seguire nel tempo e non si può diventare fruttariani da un giorno all’altro. Per abituarsi a un tipo di dieta così semplice ed essenziale, il nostro organismo ha infatti bisogno di tempo, almeno due anni, dicono gli esperti. Fautore di questa dieta era il genio dell’informatica e del design Steve Jobs, il quale la considerava l’unica dieta possibile per condurre uno stile di vita zen, in totale armonia con l’ambiente circostante. Gli esperti sostengono che, per intraprendere la strada del fruttarismo, è fondamentale padroneggiare un’approfondita conoscenza degli alimenti e la consapevolezza di come nutriamo il nostro organismo, sempre alla ricerca di un benessere completo.
Ma i fruttariani mangiano davvero solo la frutta?
Alla base del fruttarismo c’è l’essenzialità e il fatto che l’uomo non dovrebbe disturbare l’equilibrio della natura. Esistono diversi tipi di fruttarismo: in generale con fruttarismo ci riferiamo a persone che seguono una dieta alimentare basato principalmente sulla frutta. I fruttariani più ortodossi, per il principio di equilibrio ed essenzialità, si cibano solo dei frutti che cadono a terra. Alcuni fruttariani si cibano anche di noci e semi, mentre i più estremi li rifiutano ritenendo che all’interno vi siano future piante e quindi sarebbe improprio mangiarli. In generale, i fruttariani evitano il cibo lavorato e le bevande fermentate e dal 50 al 75% delle calorie deve provenire da frutta cruda, mentre il resto delle calorie (solo per i più elastici) dovrebbe provenire dalle noci, semi, verdura e cereali. La dieta fruttariana è estremamente rigida e prevede il consumo esclusivo della frutta e di quegli ortaggi che, dal punto di vista botanico, possono essere considerati frutti, come pomodori, melanzane e peperoni. Nella dieta fruttariana è possibile mangiare ogni volta che si ha fame e senza contare le calorie, ma prestando esclusivamente attenzione al tipo di frutta scelto. La frutta contiene già una ottima quantità di acqua, dunque a differenza delle altre diete, con la dieta fruttariana non bisogna assumere 1,5 o 2 litri al giorno, ma molto meno.
La dieta dei fruttariani
Il consumo si basa esclusivamente sulla frutta, secca o fresca. Un fruttariano può scegliere fra i sette diversi gruppi di frutti e fra questi troviamo:
Frutti acidi: agrumi, mele, mirtilli, kiwi, fragole, ananas, melograni ecc
Frutti poco acidi: ciliegie, more, mirtilli, pesche, mele dolci, papaya, fichi, albicocche, lamponi ecc
Frutti dolci: uva, meloni, cachi, banane ecc
Frutti oleosi: avocado, olive, noci di cocco ecc
Frutti secchi: prugne, datteri, anacardi, mandorle, noci pecan
Semi: girasole, sesamo, zucca o zucchina
Un’ esempio tipico di dieta fruttariana potrebbe essere il seguente:
Colazione: succo di 3 limoni dopo il risveglio, un pò di uvetta e melone
Metà mattina: mele, fichi, pere, prugne, kiwi, cetrioli. Tutto libero
Pranzo: arance, pesche, albicocche, papaya, mandarini. Tutto libero
Metà pomeriggio: ciliegie, prugne, cachi, anguria, melograno, pomodoro.
Cena: uva, lamponi, more.
Dopo cena: mango, ciliegie, prugne rosse, melograni, anguria e cachi.
Fruttarismo. Un’archeo-dieta
La dieta fruttariana si fonda sull’assunto per cui l’apparato digerente dell’uomo non sia cambiato nel corso del tempo, e che non sia quindi diverso da quello dei primi uomini. Per tale ragione è capace di digerire bene soltanto frutta e semi. La scelta fruttariana è radicale, esclude verdura, prodotti cereali, per non parlare di alimenti di origine animale, proprio perché la condizione nella quale vivevano gli uomini primitivi non contemplava verdura né coltivazioni, né tanto meno la caccia. A questa idea si aggiungono anche convinzioni di tipo etico, che se nel caso dei vegani sono legate alla volontà di non nuocere agli animali, per i fruttariani si estendono anche alle piante che, in quanto esseri viventi vanno comunque trattate con rispetto.