Le diete sostenibili rappresentano il risultato di una sensibilità mutata negli ultimi decenni nel nostro rapporto con l'ambiente
di Marco Troisi

Le diete sostenibili rappresentano il risultato di una sensibilità mutata negli ultimi decenni nel nostro rapporto con l’ambiente. Tematiche ambientaliste chiamano in causa anche la dieta perché molti alimenti che ne fanno parte, la carne su tutti, richiedono l’impiego di ingenti risorse per essere prodotte e quindi hanno un notevole impatto ambientale. Ma cosa sono le diete sostenibili? L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) le definisce così: “Le diete sostenibili sono diete a basso impatto ambientale che contribuiscono alla sicurezza alimentare e nutrizionale nonché a una vita sana per le generazioni presenti e future. Le diete sostenibili concorrono alla protezione e al rispetto della biodiversità e degli ecosistemi, sono culturalmente accettabili, economicamente eque e accessibili, adeguate, sicure e sane sotto il profilo nutrizionale e, contemporaneamente, ottimizzano le risorse naturali e umane”. Insomma le diete sostenibili richiedono un cambiamento del paradigma relativo alla produzione alimentare. Un modello di dieta sostenibile è quindi una dieta a basso impatto ambientale. Basti pensare che la sola trasformazione e distribuzione dei prodotti alimentari che prevede imballaggi trasporti e metodo di conservazione contribuisce all’aumento dell’inquinamento. La salute umana e la preservazione dell’ambiente sono reciprocamente connessi.
Dieta sostenibile: obiettivi
Uno degli obiettivi della dieta sostenibile è quindi di rivedere le nostre abitudini alimentari, in particolare di ridurre gli sprechi alimentari. Molti studi hanno evidenziato che una dieta a base soprattutto di alimenti vegetali e povera di alimenti animali ha un impatto positivi sulla salute e sull’ambiente.
Dieta sostenibile in pratica: cosa possiamo fare
Un piatto sostenibile è così composto. La metà è data da frutta e verdura. A seguire i carboidrati. Tra i carboidrati sono da privilegiare quelli integrali. I vegetali amidacei, ad esempio patata, occupano un piccolo spicchio. Tra gli alimenti proteici quelli da preferire sono i legumi e la frutta a guscio. Considerando questo ordine di preferenza seguono i formaggi magri, pesce, uova, carni bianche e carne rossa. Nel nostro piatto i grassi da prediligere sono i grassi insaturi, ad esempio l’olio extravergine d’oliva e altri oli vegetali. Soltanto una parte residua è rappresentata dagli zuccheri aggiunti che quindi vanno limitati il più possibile in quanto sono causa di sovrappeso e obesità. Ma esistono anche piccoli gesti quotidiani che hanno un grande valore nel contribuire a salvare il nostro pianeta. Consideriamo quali sono.
Al supermercato acquistiamo solo ciò che ci serve realmente. Aiutiamoci quindi con una lista della spesa per pianificare gli acquisti. In questo modo evitiamo le scorte eccessive di alimenti deperibili.
Nel frigorifero disponiamo i prodotti con scadenza più ravvicinata davanti rispetto a quelli con una data più lontana. Non buttiamo gli avanzi di un pasto che invece possiamo utilizzare quale ingrediente per un’altra ricetta. Gli alimenti che avanzano possiamo quindi congelarli. Acquistiamo i prodotti con confezioni riciclabili.
La dicitura in etichetta “da consumarsi preferibilmente entro” non indica la data di scadenza in quanto il prodotto è ancora sano e sicuro ma che alcune caratteristiche organolettiche che potrebbero non essere più presenti dopo quella data.
Disponiamo correttamente gli alimenti nel frigorifero per evitare sprechi: pesce e carne cruda al primo piano; carne cotta al secondo piano; alimenti cucinati e uova affettati e formaggi in alto; frutta e verdura nei cassetti. Riduciamo l’utilizzo di imballaggi e cuociamo gli alimenti con una cottura a basso impatto ambientale, ad esempio con la pentola a pressione, il forno a microonde.
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