Benessere
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15/07/2021 12:19

La dieta ricca di cibi fermentati riduce l’infiammazione: lo studio

Il consumo di cibi fermentati può aiutare a mantenere il peso e può ridurre il rischio di diabete, cancro e malattie cardiovascolari.

di Redazione

La dieta ricca di cibi fermentati riduce l’infiammazione: lo studio
La dieta ricca di cibi fermentati riduce l’infiammazione: lo studio

La dieta ricca di cibi fermentati riduce infiammazione: cosa dice lo studio
I cibi e le bevande fermentate sono tra i primi alimenti trasformati dagli esseri umani e da tempi immemorabili presenti nell’alimentazione dei popoli mediterranei. Una dieta ricca di cibi fermentati migliora la diversità del microbioma intestinale e riduce i segni molecolari di infiammazione. E’ quanto evidenzia uno studio portato avanti dai ricercatori della Stanford School of Medicine, negli Stati Uniti.
Sono stati analizzati i casi di 36 adulti sani, ai quali è stata assegnata in modo casuale una dieta di 10 settimane che includeva cibi fermentati o ricchi di fibre.

Birra, vino, formaggi, pane, yogurt e crauti sono i più conosciuti, ma anche tempeh, kefir, kombucha ecc. le “novità” degli ultimi decenni nella nostra dieta. Parliamo di alimenti fermentati, largamente presenti nella nostra dieta da secoli, sottovalutati con l’avvento dell’era industriale, responsabile dell’illusione “pastorizzato = più salutare/più sicuro”, ed attualmente rivalutati soprattutto grazie alle conferme della ricerca scientifica sugli eccezionali benefici legati al loro consumo.
I cibi e le bevande fermentate usati in alimentazione umana sono prodotti con una crescita microbica controllata e i processi di fermentazione sono classificati in base al tipo di alimento, ai principali metaboliti e microrganismi coinvolti e come risultato della gran quantità di combinazioni alimento-microrganismo.
Migliaia sono i tipi e le varietà di alimenti e bevande fermentate tradizionali e i fermentati dal latte sono di particolare interesse per una promozione della salute umana e sotto quest’aspetto diverse indagini rivelano un’associazione tra il consumo da parte dell’uomo di prodotti lattiero-caseari fermentati e il mantenimento del peso corporeo e in modo analogo studi a lungo termine mostrano riduzioni del rischio di malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e mortalità complessiva per un frequente consumo di yogurt. Mangiare cibi come yogurt, kefir, kimchi coreano e altre verdure fermentate, bevande come il tè kombucha, ha portato ad un aumento della diversità microbica complessiva. “Questa è una scoperta sorprendente”, ha detto Justin Sonnenburg, professore associato di microbiologia e immunologia.
“Fornisce uno dei primi esempi di come un semplice cambiamento nella dieta può rimodellare in modo riproducibile il microbiota in una campione di adulti sani”.

I risultati della ricerca sui cibi fermentati.
Dalla ricerca è emerso che quattro tipi di cellule immunitarie hanno mostrato una minore attivazione nel gruppo degli alimenti fermentati. Anche i livelli di 19 proteine infiammatorie misurati nei campioni di sangue sono diminuiti. Una di queste proteine, l’interleuchina 6, è stata collegata a condizioni come l’artrite reumatoide, il diabete di tipo 2 e lo stress cronico. Nessuna delle 19 proteine infiammatorie è diminuita in coloro che hanno seguito una dieta ricca di fibre come legumi, semi, cereali integrali, noci, verdure e frutta. “I dati suggeriscono che un aumento dell’assunzione di fibre da solo in un breve periodo di tempo non è sufficiente per aumentare la diversità del microbiota”, ha detto la ricercatrice Erica Sonnenburg.

Il consumo di cibi fermentati può aiutare a mantenere il peso e può ridurre il rischio di diabete, cancro e malattie cardiovascolari. Quando si parla di cibi fermentati s’intende quelli sottoposti al lavoro di microrganismi come i batteri, lieviti o muffe, che trasformano le proteine e i carboidrati producendo acido lattico, enzimi, vitamine, omega-3 e probiotici.
Una fermentazione naturale che, guidata a dovere, permette di conservare le sostanze nutritive degli alimenti rendendoli più digeribili.
(Fonte Medical X Press)