Un nuovo studio ha collegato i benefici delle noci al minor rischio di contrarre l’Alzheimer, ecco tutto ciò che c’è da sapere sulla nuova ricerca.
Le scelte alimentari possono anche influenzare il rischio di Alzheimer. Una nuova ricerca suggerisce che un olio trovato nelle noci potrebbe aiutare a proteggere dalla malattia.
Oggigiorno tutti sappiamo che per un motivo o per un altro un consumo quotidiano di modeste quantità di frutta secca a guscio ci aiuta a vivere meglio. Le ragioni più note e universalmente riconosciute riguardano il loro contenuto in termini di acidi grassi polinsaturi che aiutano a mantenere nella norma il quadro lipidico nel sangue, oltreché per il loro contenuto in proteine e minerali di difficile reperimento in altre fonti alimentari. Oggi a queste proprietà elencate si aggiunge un’altra importantissima scoperta che apre scenari fino a poco tempo fa inimmaginabili.
Un consumo regolare potrebbe essere utile nella prevenzione dell’Alzheimer, il meccanismo potrebbe essere duplice. Sicuramente è nota l’attività antinfiammatoria e neuroprotettiva esercitata dal consumo regolare dei semi oleosi.
Le scelte alimentari possono influenzare quasi ogni parte della propria vita. Influiscono sul fabbisogno giornaliero di energia, sull’invecchiamento del corpo e su come la pelle appare, per esempio. Possono anche avere un impatto sulle funzioni cerebrali, sia a breve che a lungo termine.
Alcuni alimenti possono aiutare la mente a funzionare meglio, mentre altri ne danneggiano le capacità cognitive.
Le noci aiutano a proteggere dall’Alzheimer, lo studio
Nello studio, pubblicato il 19 aprile sulla rivista Nutrients, i ricercatori hanno esaminato un modello cellulare di come l’olio estratto dalle noci influenzi la funzione dei mitocondri, la principale fonte di energia per le nostre cellule, e altri processi. Hanno scoperto che l’estratto ha diminuito la formazione di alcuni beta-amiloidi, che formano le placche sul cervello associate al morbo di Alzheimer, e che può aumentare la creazione di adenosina trifosfato (ATP), un composto che aiuta ad alimentare le cellule.
Come tale, i ricercatori hanno concluso che l’olio di noci può essere un “agente promettente” nel combattere la malattia, anche se ha bisogno di ulteriori ricerche. Le noci sono una componente importante della dieta mediterranea. Vari studi clinici hanno rivelato che il consumo di noci aumenta la funzione cognitiva negli anziani.
Hanno aggiunto che l’acido grasso omega-3 α-linolenico (ALA) nelle noci aiuta a formare due acidi grassi polinsaturi a catena lunga omega-3 che beneficiano delle funzioni cellulari, l’acido eicosapentaenoico (EPA) e l’acido docosaesaenoico (DHA), e che queste noci potrebbero avere effetti antiossidanti. Le noci sono state anche collegate a una serie di altri benefici, tra cui l’aiuto per il sonno, l’aumento della salute del cuore e la protezione dai danni al fegato.
Come ridurre il rischio della malattia
Ci sono una serie di cambiamenti nello stile di vita che possono aiutare a ridurre il rischio della malattia. Per esempio, alcune ricerche trovano che attenersi alla dieta mediterranea potrebbe aiutare a proteggersi da essa. Inoltre, abitudini come l’esercizio fisico regolare, il mantenimento di una vita sociale attiva e le attività per mantenere il cervello sveglio potrebbero anche aiutare a ridurre il rischio dell’Alzheimer l
Ci basterà assumerle con regolarità e andremo così ad evitare la comparsa di questa malattia. O a rallentarne lo sviluppo.
Ovviamente non dovremo abbondare eccessivamente con le dosi. Ci basteranno 2 noci al giorno per raggiungere il nostro obiettivo. Potremo gustarle al meglio semplicemente sgusciandole o sbriciolandole in uno yogurt magro.