di Redazione
Occorre decidere una destinazione d’uso e un modello di gestione dei beni culturali a Scicli, alla luce della disponibilità che da qui a breve la comunità avrà di alcuni immobili appartenenti al patrimonio architettonico e monumentale.
Basti pensare alla prossima fruibilità dell’ex convento della Croce, o alla rifunzionalizzazione dell’ex convento dei Cappuccini, rispetto a cui c’è un’idea vaga di centro polifunzionale. Temi posti nella due giorni convegnistica organizzata dal Vitaliano Brancati e dal Giornale di Scicli a palazzo Spadaro.
L’idea di uno spazio attrezzato per una vista panoramica sulla città dalle curve di contrada Balata è stata lanciata dallo storico dell’arte Paolo Nifosì, che ha citato l’esempio della panoramica di Modica. Una opportunità, offerta dallo spazio dell’ex convento della Croce, quando saranno reperiti i circa centomila euro mancanti per terminarne il restauro, potrebbe essere offerto dall’allocazione in quel sito, oltre al museo del costume mediterraneo, del Centro di documentazione generale del Val di Noto. Problematica la fruibilità della chiesa di San Matteo. Nell’ambito dei fondi della legge 433 del 91 sono state assegnate nuove risorse per il rifacimento del tetto, un intervento doppione rispetto a quello operato, e con successo, negli anni ottanta.
C’è il rischio che si debbano aspettare altri dieci anni perché quello spazio torni nella fruibilità collettiva.
La fruibilità della chiesa di Santa Teresa, sconsacrata, e adibita ad auditorium comunale, è molto limitata dalla circostanza che non ci sono servizi igienici, e mai si è pensato all’acquisto di alcuni ambienti attigui alla chiesa per risolvere tale esigenza. Fermo restando il problema del pavimento, la cui preziosità e fragilità, dopo il recente restauro, impongono l’uso di una copertura trasparente molto resistente.
Come metodo per l’affidamento della gestione, è stato rimarcato dall’ex assessore Bartolo Piccione, non c’è altra strada se non la gara pubblica, prevista dal Codice Urbani, mentre Enzo Giannone, ha denunciato la disomogeneità con cui ci si muove nel distretto culturale del Sud est, basti pensare alla circostanza che Scicli ha dovuto fare alleanza con Ragusa e i comuni montani nel nuovo Patto Territoriale, dopo la decisione di Modica di correre da sola.
Su tutto una sfida: nel nuovo Interreg l’Unione Europea individua nell’asse tra le quattro province frontaliere siciliane (Trapani, Agrigento, Caltanissetta, Ragusa), Malta e la Tunisia il nuovo asse degli investimenti culturali. Ed è lungo quest’asse che bisogna pensare alle alleanze per fare cultura e promozione del territorio.
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