Esteri
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18/05/2025 23:54

Biden ha una forma aggressiva di cancro alla prostata, metastasi alle ossa

«Ma il tumore è sensibile agli ormoni»

di Redazione

Washington – La diagnosi è arrivata inaspettata e ha lasciato l’America sgomenta. All’ex presidente degli Stati Uniti Joe Biden è stata diagnosticata una forma aggressiva di cancro alla prostata. La malattia è progredita senza che nessuno se ne sia accorto nonostante gli scrupolosi esami medici di routine cui vengono sottoposti i presidenti americani e senza contare il fatto che le linee guida consiglino a qualunque uomo che abbia superato i 50 anni di farsi controllare periodicamente la ghiandola dell’apparato genitale maschile.

Quando Biden ha accusato persistenti disturbi urinari, un’ecografia ha evidenziato un «piccolo nodulo» sulla prostata che poi si è rivelato essere un cancro molto invasivo con le cellule tumorali diffuse fino alle ossa.

Ai tumori della prostata viene assegnato un punteggio, chiamato di Gleason, che misura, su una scala da 1 a 10, l’aspetto delle cellule tumorali rispetto a quelle sane. Quello dell’ex presidente è 9. «Sebbene questa rappresenti una forma più aggressiva della malattia, il cancro sembra essere sensibile agli ormoni, il che consente una gestione efficace», si legge nella dichiarazione diffusa dal suo ufficio. «Il presidente e la sua famiglia stanno valutando le opzioni terapeutiche con i suoi medici».

Quando il cancro alla prostata si diffonde ad altre parti del corpo, spesso arriva alle ossa. Il cancro metastatico è molto più difficile da trattare rispetto a quello localizzato perché i farmaci non riescono a raggiungere tutte le cellule tumorali ed eradicare completamente la malattia. Tuttavia, quando i tumori alla prostata necessitano di ormoni per crescere, come nel caso di Biden, possono essere sensibili a trattamenti mirati.

Biden ha lasciato l’incarico lo scorso gennaio dopo essersi ritirato a luglio 2024 dalla corsa per un secondo mandato. È stato l’inquilino della Casa Bianca più anziano nella storia americana. Durante gli ultimi mesi della sua presidenza ha dovuto affrontare molte domande sulla sua età e sulla sua salute ma a preoccupare il suo elettorato erano le sue condizioni mentali più che quelle fisiche soprattutto dopo il disastroso primo e unico dibattito televisivo contro Donald Trump a giugno dell’anno scorso. Martedì prossimo uscirà nelle librerie americane Original Sin: President Biden’s Decline, Its Cover-Up, and His Disastrous Choice to Run Again (Il peccato originale di Biden, il suo declino, la copertura e la scelta disastrosa di correre di nuovo) di Jake Tapper e Alex Thompson in cui vengono raccontati i drammatici ultimi mesi della sua presidenza con continue defaillance, dalla difficile deambulazione, che ha portato a prendere in considerazione la sedia a rotelle, al mancato riconoscimento di persone a lui note come George Clooney.

Non è la prima volta che a Biden viene diagnosticato un tumore. Nel febbraio 2023, gli è stata asportata una lesione cutanea dal torace, un carcinoma basocellulare. E nel novembre 2021, un polipo dal colon, una lesione benigna ma potenzialmente precancerosa. Nel 2022, Biden aveva fatto della battaglia contro i tumori, una delle priorità della sua amministrazione, con l’obiettivo di dimezzare il tasso di mortalità nei prossimi 25 anni. L’aveva promesso in memoria del suo figlio maggiore, Beau, a cui la malattia aveva divorato il cervello portandolo alla morte nel 2015, a soli 46 anni.