Cultura
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21/10/2009 00:03

Brodo di pollo, con siringa di anestetico, voglia di calia e fave atturrate

di Silvia Ragusa

Modica – No, non è il titolo di un film di Lina Wertmuller, ma il piatto di una due giorni dedicati all’arte culinaria in compagnia dello chef Carmelo Chiaramonte. Domenica a pranzo alla storica “Taverna Nicastro” di Modica Alta, quartiere amato da Raffaele Poidomani dove visse per molti anni, sono rinati i sapori di un tempo con il pranzo tratto dalle pagine indimenticabili della raccolta di racconti “Carrube e Cavalieri”, pubblicato nel 1954 a Roma.

Gli ospiti presenti hanno potuto assaporare un menù ricco di aromi, dai “pesci poveri accompagnati dalla gazzosa botticelliana”, al “brodo di Zia Maria e una siringa di anestetico con voglia di càlia e fave atturrate”, per passare al cosiddetto piatto di sostanza “bollito di vitello in pietra” seguito da un “bicchiere di yogurt limonoso con profumo di sepolcro e tabacco da naso”.

“Nell’affrontare questi testi  – commenta lo chef – mi sono ispirato non solo ai piatti che Raffaele Poidomani cita nel suo capolavoro ma anche alle valenze aromatiche. Lo scrittore nelle sue opere richiama in maniera molto precisa e profonda i profumi del territorio, i sapori, le essenze aromatiche nelle pietanze.

Una delle pagine più simpatiche, più interessanti e che mi ha divertito tantissimo è “Il Paese delle Terrazze” dove, in particolare, c’è una descrizione dell’attività peristaltica e della fase finale della digestione che si esprime con l’erutto che Poidomani definisce botticelliano”. Momenti esilaranti che hanno fatto divertire gli appassionati di cucina. Domenica invece la “Confraternita dei Cenacolari dell’Antica Contea” a Ragusa Ibla ha ospitato il secondo appuntamento rivolto interamente agli addetti ai lavori.

Un incontro importante voluto dalla Camera di Commercio di Ragusa che, in collaborazione con l’associazione Touché, ha organizzato la “due giorni” in cui  letteratura e cucina, parole e sapori, poetica del gusto e piatti della tradizione si sono amalgamati e raccontati in tavola.

Nelle cucine della Confraternita il cuoco ha stupito i giovani chef e gli studenti degli istituti scolastici che hanno assistito ad una lezione di creatività gastronomica tratta dai racconti più significativi dello scrittore modicano.

 Il brodo di pollo per zia Maria e una siringa di anestetico con voglia di càlia e fave atturrate

Il simbolo della creatività affoga nel rosso Pachino coi pesci poveri

e non c’è niente di meglio che annaffiarlo con un rutto da gazzosa botticelliana

 

 

Ph. Barbara Conti