Parlano i documenti
di Redazione

Siracusa – La soluzione del “giallo” della effettiva identità dei resti del corpo, riesumato nei giorni scorsi, attribuito a Salvatore Giuliano passa da Siracusa.
È nella città aretusea, infatti, che ieri è venuta fuori la copia di quello che sembra possa essere l’ultimo documento di identità rilasciato a Giuliano nel 1943.
La copia del documento è nelle mani del professore Bruno Ficili, che l’ha avuta diversi anni fa dal sociologo Danilo Dolci, con il quale ha collaborato più volte, autore di diverse indagini e saggi sul fenomeno del banditismo. Quella copia del cartellino di identità del Comune di Montelepre – con il numero identificativo 7988129 – finita ora a Siracusa risale, secondo quel che è stato possibile apprendere, a quando Salvatore Giuliano aveva 21 anni.
Era il 1943, pochi mesi prima che si desse alla macchia. Ma quel documento è importante, nell’ottica dell’indagine avviata dalla procura di Palermo circa l’effettiva identità di quei resti attribuiti a Giuliano, perchè vi sta scritto nero su bianco che Salvatore Giuliano era alto un metro e 64 centimetri.
Nulla a che vedere, dunque, con quella statura di circa un metro e 80 centimetri attribuita allo zio dal nipote – valutazione che avrebbe fatto sulla base di ricordi di famiglia e da ricostruzioni fotografiche – ed invece assai più vicina a quella venuta fuori dai primi risultati della perizia compiuta dal medico-legale dopo la riesumazione della salma che indicano in un metro e 70 circa l’altezza della vittima sulla base della misurazione delle ossa lunghe.
«Penso che questo documento, che avrò adesso cura di consegnare alle autorità di polizia , possa dare un contributo al chiarimento della vicenda dell’effettiva statura di Salvatore Giuliano, elemento sin qui controverso stando a quanto ho appreso dai giornali – ha spiegato il prof. Bruno Ficili che ha anche ricostruito il modo in cui il documento è finito nelle sue mani -. Questa fotocopia faceva parte di un allegato ad una ricerca sul banditismo che Danilo Dolci, che ho avuto l’onore di ospitare più volte a Siracusa in occasione dei seminari sull’educazione alla pace e con il quale ho a lungo collaborato e del quale sono stato amico, mi ha voluto regalare diversi anni fa.
«Su questo documento – ha aggiunto il prof. Bruno Ficili – è espressamente scritto dalle autorità comunali di Montelepre dell’epoca che Giuliano era alto 1,64 centimetri. E questa indicazione è in linea con alcune testimonianze raccolte anni fa, in tempi dunque non sospetti, anche da altre persone di Montelepre che ho incontrato negli Stati Uniti e che da ragazzi avevano avuto quotidiani rapporti di frequenza con Salvatore Giuliano».
E queste persone hanno nomi e cognomi, volti precisi.
Come, ad esempio, quello di «Emiliani, un emigrato da Montelepre oggi imprenditore ultraottantenne agiato che ho incontrato due anni fa a Boston – ha raccontato ancora il prof. Bruno Ficili -. È stato lui a raccontarmi, quando gli chiesi se avesse conosciuto Salvatore Giuliano, di quegli anni. Entrambi ragazzi, più o meno di 18-19 anni, si conoscevano, come è naturale specie per un paese di poche migliaia di anime come Montelepre, ed il mio interlocutore lui sì abbastanza alto, per descriverlo mi ha inequivocabilmente indicato con un cenno della mano come la statura di Giuliano non fosse certo particolarmente slanciato. Immagino – ha concluso il docente siracusano – che alla fine nei ricordi dei familiari si possano essere accavallate immagini e ricordi diversi da ciò che invece direbbero i documenti».
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