Cultura
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23/08/2008 14:38

Camilleri. La finestra sul cortile. Nona puntata

di Redazione

La fimmina, alla luci splapita del balcuni che aveva lassato mezzo aperto e che la pigliava di taglio, pariva esseri ‘na quarantina chiuttosto àvuta che indossava uno scendiletto. Stava parlanno, a voci vascia, a un cellulare.
Appena che era comparsa, l’omo supra al terrazzo si era tirato di colpo narrè, scantannosi che quella, isanno l’occhi, lo potiva vidiri. Ma continuava a tiniri in mano il metro, non l’arritirava pinsanno forsi che la striscia cerata, scorrenno contro il muro, avrebbi potuto fari qualichi rumorata, macari minima, ma bastevoli ad attirare l’interesse della fimmina. La quali pariva ‘mpignata in una discussione che l’agitava, macari se le paroli non si sintivano, Montalbano vidiva la sò testa che faciva no e no. E certe volti sbatteva un pedi ‘n terra ma pò subito taliava dintra lassanno accostato il balcuni. Prima di ripigliari il sò travaglio di misurazione, l’omo del terrazzo lassò passare tanticchia di tempo. Pò ripigliò la posizione spurgiuta e tornò a calare il metro centrimetro doppo centimetro. Il commissario calcolò che quello ci avrebbi impiegato minimo ancora cinco minuti per finiri l’opra e lo lassò perdiri. Nella cammara dei jocatori lo streap-poker doviva essiri finuto ed era principiato un altro, il joco dell’acchiappa-acchiappa. Infatti, attraverso lo spiraglio, si vidivano passre a gran velocità i quattro jocatori completamente nudi che s’assicutavano firrianno torno torno al tavolo. Po’ qualichiduno annò a sbattiri contro il balcuni e lo chiùì definitavamenti. Le tendine ai vetri livarono al commissario la possibilità di vidiri oltre. Fine della proiezione.
Inveci nello studio del cinquantino, Montalbano coglì il momento preciso nel quale la ‘nfirmera trasiva nella cammara. La picciotta traversò la zona della finestra e scomparse a mano dritta, verso il divano letto. E fu allura che il commissrio si fici capace che stavolta non avrebbi assistito a un film, ma a uno spittacolo di ombre cinesi. Infatti la ‘nfirmera si era firmata in modo tale che la sò ummira viniva proiettata contro uno spazio bianco tra libreria e libreria. Si stava spoglianno. Pò l’ummira scomparse, la picciotta si era corcata col cinquantino varbuto. Montalbano tornò a taliare verso il terrazzo. Non si vidiva nisciuno. Montalbano pinsò che potiva pirmittirisi qualichi momento di pausa e si susì. Il dolori alla vucca dello stomaco fu accussì violento che lo fici piegare in dù. A ogni respiro che tirava corrisponniva ‘na fitta lancinante. Vuoi vidiri che il collega tidisco gli aviva scassato qualichi costola? Annò in bagno, s’addrumò ‘na sicaretta ma la dovitti stutare subito, propio non ce la faciva. La meglio sarebbi stata annarisi a stinnicchiare supra al letto, ma la curiosità per quell’omo del terrazzo era cchiù forti del dolori. Si vippi un bicchieri d’acqua e tornò a pigliare posizione. Si erano fatte le dù di notti e tutte le finestre e i balcuni erano oramà astutati, fatta cizzioni del balcuni supra al quali era comparsa la fimmina col cellulare che lassava sempri trapelare un filo di luci splapita. Doviva esseri una di quelle lampatine a basso voltaggio che si tengono addrumate tutta la notti. Aspittò ancora ‘na mezzorata, pò, visto e considerato che non capitava cchiù nenti, addecise che la meglio era annarisi a corcare. Si susì santianno per le fitte, si spogliò a fatica, si lavò e si stinnicchiò supra al letto. Sapiva che non avrebbi chiuiuto occhio, che a ogni minimo movimento sarebbi stato pugnalato nei paraggi della vucca dello stomaco e infatti accussì fu. Nel corso della nottata si susì ancora dù volte per annare a taliare nel cortile. Dormivano tutti e dell’omo della terrazza non c’era traccia. L’indomani a matino tilefonò alla Scuola di polizia e comunicò a Verdez che non avrebbi partecipato alla riunione pirchì non si sintiva bono. Verdez, che di sicuro lo considerava un lavativo e cridiva che il dolori di Montalbano era ‘na scusa, volli sapiri indove abitava pirchì gli avrebbi mannato subito un dottori. E infatti il dottori arrivò verso le deci del matino e se lo portò al pronto soccorso. Gli trovarono dù costole rotte. Sarebbiro guarute in una vintina di jorni, intanto doviva ristarsene fermo minimo ‘na simanata e pigliarisi ‘na poco di antidolorifici. In prisenza del commissario, il dottori riferì al ministero, al dottor Trevisan, che Montalbano non potiva cataminarisi per tri simanate e Trevisan decretò all’istante che il commissario viniva esentato dal proseguire il corso d’aggiornamento. Appena era in grado di muoversi, potiva tornarisinni a Vigata come e quanno voliva. A Montalbano vinni di vasari ‘n terra per la cuntitizza.
Dintra di lui, stabilì che, prima di pigliare un qualsiasi mezzo che l’avrebbi riportato a Vigata, doviva assolutamenti aspittari a vidiri come finiva la storia dell’omo supra al terrazzo.