Cultura
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15/08/2008 20:04

Camilleri. La finestra sul cortile. Ottava puntata

di Redazione

Riassunto della settima puntata

Montalbano prepara la sua postazione davanti alla finestra della cucina. Utilizzando il binocolo dell’amico Gianni, riesce a scorgere due coppie sedute al tavolo che stanno per iniziare una partita a carte e un uomo sui cinquant’anni che sta parlando con un’infermiera: niente di interessante. Ma proprio quando decide di andare a letto si accorge, quasi per caso, di un uomo appoggiato alla balaustra del terrazzo condominiale che sembra poter perdere l’equilibrio da un momento all’altro…

Ottava puntata

L’omo s’arrinisciva a vidiri pirchì c’era la luna e pirchì il binocolo di Gianni era veramenti potente. Doppo aviri osservato a longo il balcuni propio sutta a lui, l’omo si rimisi addritta e ristò immobile. Montalbano accapì che ora stava talianno il palazzo di davanti, cioè quello indove abitava lui. Forsi c’era qualichi finestra ancora addrummata, e l’omo si scantava che avrebbiro potuto vidirlo mentri faciva quello che aviva in menti di fari. Po’ l’omo, di colpo, scomparse. Aviva arrinunziato per quella notti o avrebbi aspittato ancora qualichi orata, quanno tutti se ne sarebbiro ghiuti a corcarsi? Ma era ‘na dimanna che non potiva aviri pronta risposta. Spostò il binocolo ed ebbe ‘na sorprisa che propio non s’aspittava. La biunna a mezzobusto si era livata la cammisetta ed era ristata in reggipetto. Arridiva come ‘na pazza pirchì l’omo davanti a lei, e che il commissario vidiva di spalli, si stava livanno la giacchetta. Ma si avivano tanto cavudo, pirchì non raprivano completamenti il balcuni?
Macari nello studio pieno di libri qualichi cosa era cangiata. La ‘nfirmera e il cinquantino erano abbrazzati. Montalbano aviva in un primo momento pinsato che la ‘nfirmera, essenno ‘na picciotta di vinticinco anni, era vinuta a salutari a sò patre prima di nesciri per il servizio notturno. Ma l’abbrazzo dei dù non era cosa di patre e figlia. Tutto ‘nzemmula i dù si staccarono, come se avissiro sintuto ‘na rumorata. Forsi qualichiduno aviva chiamato l’infirmera? La picciotta vasò supra la vucca al cinquantino, gli disse ‘na frasi brevi e niscì dalla cammara. L’omo si sposto a mano dritta e niscì di campo. Ma subito appresso Montalbano vitti ‘na mano con un cuscino bianco che viniva postato supra a ‘na pultruna.
L’omo si stava priparanno per ghirisi a corcari conzanno un divano letto, o quello che era, che s’attrovava in quellla parte della cammara che il commissario non arrinisciva a vidiri. Tornò a taliare nella cammara dei jocatori. Non criditti ai sò occhi. La biunna si era livato il reggipetto, l’omo di spalli era macari lui a torso nudo, la buttiglia di whisky che la biunna tiniva ‘n mano era quasi vacante. Ma a che cavolo di joco jocavano? Ristò fermo a taliare, voliva capacitarsi. Fu quanno la biunna si livò l’orecchino che il commissario accappì che stavano jocanno a un joco del quali aviva sintuto parlari ma che non aviva viduto mai. Streap-poker.
Il poker spogliarello. Le puntate, inveci che coi soldi, erano fatte coi capi di vestiario. Naturalmenti, non c’era nisciuna sodisfazioni a jocarlo tra suli omini. E pò era un joco che aviva un limite d’età: passati i cinquanta, non era più il caso di farlo. Isò il binocolo e sussultò. L’omo nel terrazzo condominiale era tornato a ricompariri nello stisso ‘ntifico posto di prima. E come prima era tutto sporgiuto ‘n fora dalla ringhiera e stava facenno qualichi cosa che Montalbano in prima non accappì. Ma per quanto si sforzasse l’occhi, non ce la faciva a distinguere bono il movimento. Pò ebbe un colpo di fortuna. La finestra a mano dritta allato al balcuni, quella che aviva le persiane ‘nserrate, vinni rapruta di colpo con un lampo di luci abbagliante. L’omo che aviva rapruto la finestra era un quarantino in canottiera. Dritta alla cammara si vidiva un tavolino con supra un attrezzo che riggiva ‘na grossa machina fotografica puntata propio supra al tavolino stisso. Evidentementi era un fotografo di quelli specializzati nelle riproduzioni di fotografie di disigni, incisioni, documenti particolari, per questo la cammara era potentementi illuminata. Accussì Montalbano ebbe modo di capire quello che stava facenno l’omo nel terrazzo. Il quale nel frattempo si era paralizzato, non si cataminava scantannosi che ora fosse visibile da quelli del palazzo di fronti. L’omo stava misuranno la distanza tra la balaustra nella quali era appujato e il balcuni sottostanti sirvennosi di un metro a rotolo, di quelli che usano i capimastri e l’ingegneri. La luci della finestra l’aviva bloccato quanno il capo del metro era a mità strata.
Il fotografo sinni stava a fumare alla finestra, stava facenno cangiare aria alla cammara. Nella cammara dei jocatori, l’omo di spalli ora era completamenti nudo, della biunna davanti a lui si vidiva sulo un pezzo: ‘na gamma in aria e un paro di mano che sfilavano ‘na calza. Nello studio del cinquantino varbuto la luci era cangiata. Il lampadario centrali era stato astutato e la fonti luminosa era a mano dritta, fora campo. Doviva trattarisi di un abagiur e l’omo di certo si era corcato nel divano letto e stava liggenno. Il fotografo finì di fumare e chiuì novamenti la finestra. Tornato allo scuro, l’omo del terrazzo ripigliò a calare quatelosamente il metro, ma quanno era arrivato a livello della parti superiori delle imposte del balcuni di sutta, capitò un altro intoppo. Il balcuni, che era mezzo aperto, si raprì del tutto e spuntò ‘na fimmina.

Andrea Camilleri
Agrigentonotizie.it