Cali di presenze tra il 20 e il 50%
di Redazione
Ragusa – Il caro prezzi e la concorrenza delle mete straniere, la crisi dell’aeroporto di Comiso: sono ingredienti del calo del turismo nel Sudest siciliano e nel ragusano in particolare.
I morsi della flessione si sentono tutti: gli operatori del settore, tra cui ristoratori ed albergatori, tra quelli che hanno il polso della situazione sulle presenze di visitatori, sostengono di aver avuto un calo rispetto allo stesso periodo 2024, chi del 20, chi addirittura del 50%.
Il tema è la forte concorrenza di altre mete del Mediterraneo, un “caro voli” che non accenna a placarsi, carenze nei servizi e nei collegamenti e un generale aumento dei prezzi legati a rincari di materie prime e servizi.
Un dato è comunque chiaro: non è un problema esclusivamente locale. La flessione turistica è generalizzata e riguarda su scala regionale la Sicilia ed in chiave nazionale l’intero paese. I social, tra cui TikTok, sono colmi di operatori del Veneto e dell’Emilia Romagna, che mostrano le loro strutture, soprattutto lidi balneari vuoti, a testimonianza di una criticità diffusa e non solo locale. Per l’analisi, serve compiere un passo indietro, per cui risulta utile leggere i dati dell’Istat nel primo trimestre: sebbene il mese di gennaio sia partito bene, con una crescita in relazione al 2024, a marzo è iniziata la caduta (-3,8% arrivi, -1,5% presenze).
Fondamentale, a questo punto, comprendere le cause e tra queste ce ne è una molto evidente, quella dell’inflazione, per cui il caro vita che porta ad una insicurezza economica, in particolare delle famiglie italiane.
Scorrendo i numeri dell’Istat del primo trimestre emerge che le presenze dei turisti residenti in Italia sono diminuite dell’1,4% mentre le presenze degli stranieri sono aumentate dello +0,6%, rispetto allo stesso periodo del 2024. Dunque, i visitatori “domestici”, gli italiani insomma, sono in calo e questa per non è certamente una buona notizia.
A questa situazione, si aggiunge la concorrenza delle mete straniere, tra cui Grecia e Spagna, che evidentemente, hanno presentato offerte più competitive, più allettanti rispetto a quelle siciliane ed italiane. Da più parti si invocano nuove strategie per allettare i turisti che, comunque, hanno perso il vizio di farsi spennare.
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