Attualità
|
26/10/2010 20:50

Casini, per riaggregare l’Udc

Nella terra di Cuffaro, ruolo decisivo affidato a Zambuto

di Redazione

Palermo – “La giunta tecnica varata da Lombardo non è la prova generale di nulla. Lombardo è stato eletto dai siciliani e deve governare”. Con queste parole Pierferdinando Casini, nella sala stampa dell’Ars, insieme con il senatore Gianpiero D’Alia, per presentare il nuovo gruppo parlamentare dell’Udc, ha replicato a quanti accusavano il presidente della Regione di aver attuato un ribaltone con la costituzione del Lombardo-quater.

A chi, poi, gli ha chiesto “come mai l’Udc abbia prima sostenuto la candidatura di Lombardo e poi, dopo essere stato buttato fuori dal governo, sia rientrato nell’esecutivo del leader Mpa, sorridendo, con chiaro riferimento a Saverio Romano, Totò Cuffaro e Lillo Mannino e ai sette deputati che li hanno seguiti nel Pid, ha risposto: “Più che cambiare Lombardo, è cambiata qualcosa all’interno dell’Udc. Mi auguro che ve ne siate accorti”. Ancora un sorriso e: “Mi auguro che Totò Cuffaro, che è un mio amico, dimostri la sua estraneità in Cassazione alle accuse che gli sono state mosse. Prima della politica, esistono altri valori: l’umanità, l’amicizia e l’affetto. Il fatto che Cuffaro e i suoi amici abbiano fatto altre scelte, ciò non fa cambiare di un millimetro le mie posizioni”.

Il gruppo parlamentare presentato alla stampa è nuovo in tutti i sensi. Del vecchio gruppo, sono rimasti solo gli onorevoli Giovanni Ardizzone, Marco Forzese, Mario Parlavecchio e Orazio Ragusa. A loro si è aggiunta Giulia Adamo, già capogruppo del Pdl-Sicilia, che, oltre a mantenere la carica di capogruppo, è stata anche nominata coordinatore provinciale dell’Udc di Trapani. Inoltre, hanno annunciato il passaggio all’Udc i deputati Totò Lentini, proveniente dall’Mpa, e Raffaele Nicotra, eletto nel Pdl di Catania e poi passato al Pdl-Sicilia, considerato vicino al deputato nazionale Dore Misuraca.

Ed è nuovo anche il nome. Non si chiama più Unione democratici di centro, ma “Udc verso il partito della Nazione”. Il cambio di nome si è reso necessario per non dover pagare l’enorme debito lasciato dal vecchio gruppo dirigente trasmigrato nel Pid. “Mi sembra – ha commentato – che in questo ultimo mese abbiamo fatto un buon lavoro all’Assemblea regionale. Sono sicuro che possiamo continuare a fare bene e superare il numero di rappresentanti che avevamo in precedenza”.

Oltre a Lentini e Nicotra, infatti, c’è chi fa anche il nome di Vincenzo Vinciullo, deputato del Pdl. “Ma il punto – ha detto ancora Casini – non è la contabilità nel nostro partito, ma i problemi della Sicilia, su questo siamo impegnati”. “L’Udc, e nel dirlo mi rivolgo al Pd e al Pdl sta vedendo realizzarsi gli scenari anticipati due anni fa: già da allora, infatti, ci eravamo detti contrari al bipartitismo e al bipolarismo che, a nostro avviso, avrebbero consegnato il Paese nelle mani di Bossi e Di Pietro. Per questo oggi diciamo che non andremo né col Pd, né col Pdl, ma ci presenteremo agli elettori da soli. Il contrario significherebbe, nel momento in cui si realizza quello che avevamo anticipato, scegliere con chi allearci tra i due perdenti”. Gli smottamenti, iniziati alla vigilia della costituzione del Lombardo-quater, comunque, non sembrano finiti. C’è chi dà in uscita dal Pdl anche Salvo Pogliese, che potrebbe iscriversi al nuovo gruppo parlamentare di Gianfranco Micciché, “Forza del Sud”.

Analogo discorso Pierferdinando Casini l’ha ripetuto nel pomeriggio nella sala congressi di un albergo del Villaggio Mosè di Agrigento, bacino elettorale di Totò Cuffaro e del ministro Angelino Alfano, dove erano ad attenderlo, il sindaco Marco Zambuto, di recente passato all’Udc, e il sindaco di Porto Empedocle Calogero Firetto, entra, rispettivamente presidente del coordinamento nazionale e coordinatore provinciale del partito, con il compito di riorganizzare l’Udc ad Agrigento, nella prospettiva della costituzione del Partito della Nazione, alla luce, anche, dell’uscita in massa dall’Udc di tutti i cuffariani. All’incontro hanno partecipato il sindaco di Campobello di Licata Michele Termine, il senatore Francesco D’Onofrio, l’intera giunta comunale di Agrigento, e il sindaco di Realmonte Puccio, di Joppolo Lo Dico e di Ravanusa Savarino e l’assessore regionale al Lavoro Andrea Piraino.

Casini ha concluso il suo intervento ad Agrigento sostenendo che “l’Italia dei pochi e delle cricche sta piegando il sistema politico e partitico. Ecco perché gli italiani ricercano una forza centrale e moderata che possa contemperare tutte le classi sociali del paese”. “Il tempo del berlusconismo – ha sottolineato – è ormai archiviato, il conflitto sociale può essere arginato se le istituzioni tornano ad occuparsi delle politiche sociali ed economiche.