Dink Pink in Sicily
di Redazione

Catania – I vini rosati piacciono. Bere rosa, oggi, è considerato molto trendy, vista la crescita di questo particolarissimo settore. Secondo l’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV) il consumo di vino rosato è in crescita dall’1% al 2% rispetto all’anno scorso. Piacevolmente fresco, molto beverino, gusto delicato: il rosato, cerca la sua rivincita. Anche Catania celebra i rosati e lo ha fatto grazie ad un evento denominato “Drink Pink in Sicily”, dedicato ai rosé dal vulcano ai tre Valli. Oltre 40 cantine siciliane, 7 chef donna e tanti produttori hanno reso omaggio, ieri sera, all’interno dello spazio SAL, al rosato che, da sempre (anche per pregiudizio), è considerato il vino simbolo della femminilità.
Insieme alle cantine che hanno aderito all’evento grande spazio è stato dato anche alle sette chef donna che hanno partecipato all’iniziativa, ovvero Bianca Celano di QQucina a Catania, Bonetta Dell’Oglio chef e scrittrice di Palermo, Rita Russotto del ristorante Satra di Scicli, Rosaria Maio della Trattoria Mirò di Valverde, Oriana Foti dell’Accademia del Monsù di Catania, Valentina Rasà di Cucina Manipura e la special guest Sarah Cicolini. Una menzione particolare al pane proposto dalla fornaia Rosa Burgio dell’omonimo panificio di Serradifalco (CL): molto apprezzati, infatti, i taralli e le arancine con panatura di grano saraceno. Non ce ne vogliano, però, le chef donna se menzioniamo in particolare un uomo, uno chef-pasticcere che ci ha conquistato con un cannolo eccezionale: stiamo parlando di Alfio Visalli di Blu Lab Academy. Il suo cannolo con ricotta di pecora, decorato con pistacchio e mandorle (la decorazione era a piacere), ci ha conquistato sin dal primo morso, grazie ad una dolcezza non stucchevole e ad una cialda croccantissima. Sublime.
Difficile, invece, scegliere un rosato, visto il grande numero di cantine eccellenti presenti, ma una menzione particolare va sicuramente al Rosé Sicila D.O.C. di Cantine Planeta. Si tratta di un 50% Nero D’Avola e di un 50% Syrah. Colore chiaro, quasi paglierino, all’assaggio risulta particolarmente fresco, in grado di pulire il palato da qualsiasi residuo grasso. Un vino leggero, molto beverino, dai tratti tipicamente francesi (non a caso viene prodotto col metodo Provenzale).
Il rosé, insomma, vuole e merita il suo spazio. E non solo in senso metaforico: più opportuna, infatti, sarebbe stata una location decisamente più grande, in uno spazio meno angusto, in modo da evitare assembramenti. Per motivi logistici e di spazio, infatti, le cantine condividevano i tavoli di degustazione (in alcuni tavoli erano presenti anche otto cantine) e ciò ha creato degli inevitabili ingorghi e attese molto lunghe per l’assaggio. Inoltre, durante la prima ora di evento, si sono verificati alcuni black out dovuti al sovraccarico di corrente che non hanno reso onore alla innegabile qualità del food e del vino proposto. Drink Pink è un evento che ha avuto un merito indiscutibile: rendere omaggio a un vino che di norma viene sottostimato ma che oggi merita grande attenzione, vista l’eccellenza delle proposte. E per questo ha bisogno più spazio. In tutti i sensi.
Foto: Davide Modesto
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