Attualità
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13/09/2013 10:38

Chi era Achille Grandi? Quello della strada che porta alla rotatoria

Storia di un sindacalista

di Saro Distefano

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Ragusa – La via Achille Grandi, a Ragusa, è una delle più lunghe, se non la più lunga, arteria cittadina. Certamente tra le più importanti. Per chi ragusano non è, e però conosce il capoluogo di provincia, diremo che la via Achille Grandi è quella strada che inizia nella rotatoria “della Croce”, cioè dove convergono la via Giuseppe Di Vittorio e la via Paestum con la via Zama, e finisce quasi due chilometri dopo nella rotatoria di contrada Mugno, dov’è il centro direzionale dell’Area di Sviluppo Industriale, e solo per cedere il posto alla strada provinciale numero 25, più conosciuta come la Ragusa-Marina di Ragusa. Una strada che fino a cinquanta anni fa era praticamente la prima parte, in piena campagna, della “rotabile” per il mare.

E ciò nonostante, e scrivo questo con certezza, pochissimi sono (anzi siamo) i ragusani che al nome Achille Grandi sanno poi aggiungere non dico la biografia, ma quantomeno le due parole. Come dire che Dante era un poeta e Caravaggio un pittore. Chi era Achille Grandi?

Premessa necessaria: ce ne occupiamo solo quale temporaneo rimedio alla inguaribile malattia di celebrare gli anniversari. E siccome Achille Grandi era nato il 24 agosto del 1883, ecco trovato il passepartout.

Grandi, nato a Como ora sono centotrenta anni fa, è stato un politico ma soprattutto un sindacalista (posto che tra le due funzioni ci possa essere una così netta demarcazione). È stato uno dei fondatori prima della CIL e poi della CGIL. Fu poi anche deputato, del Partito Popolare e della Democrazia Cristiana. Il suo nome è però ricordato soprattutto per essere stato il fondatore, ed anche il primo presidente, delle ACLI, acronimo per Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani.

Una storia quella di Grandi, una biografia che bisognerebbe far studiare a scuola. Quindi grande merito agli amministratori ragusani che illo tempore decisero di ricordarne il nome intestandogli l’importante strada (che si connette con la via Giuseppe Di Vittorio, altro grande sindacalista italiano del secondo dopoguerra). Achille Grandi infatti iniziò a lavorare intorno ai 12 anni, in una tipografia, e quindi comprese il valore del lavoro, del doversi guadagnare da vivere. Negli anni immediatamente successivi si impegnò quindi nella organizzazione delle attività sindacali a salvaguardia dei diritti dei lavoratori. Antifascista convinto sin dagli albori del regime mussoliniano, Grandi morirà a Desio il 28 settembre del 1946.