Il nome deriva dal fatto che quando punge provoca una sensazione di bruciore simile al fuoco
di Redazione
L’infestazione è cominciata più di due anni fa. I primi nidi di formiche avevano fatto allarmare gli agricoltori siciliani, stupiti da questa nuova tipologia di formiche: più piccole, più rosse e più numerose rispetto a quelle a cui siamo abituati. E soprattutto, le loro punture lasciavano delle pustole simili a vesciche, con le cicatrici rimaste a più di un anno di distanza. Si tratta della Solenopsis invicta, soprannominata formica di fuoco, una specie che ha viaggiato dal Sud America e ora minaccia di invadere l’Europa. A partire dalla Sicilia, la prima regione dove ne è stata segnalata la presenza. Viene considerata una delle specie più invasive al mondo e la quinta più costosa da combattere. A lanciare l’allarme era stata la rivista Current Biology, sulla quale un team di ricercatori coordinato dall’Istituto di Biologia Evoluzionistica in Spagna, con la collaborazione delle università di Parma e Catania, ha spiegato di aver identificato ben 88 formicai sparsi oltre 5 ettari vicino alla città di Siracusa. Anche la Cnn ha dedicato un reportage al fenomeno.
«Il nome comune della specie deriva dal fatto che quando punge, provoca una sensazione di bruciore simile al fuoco», ha detto Lucia Zappalà, professoressa di entomologia all’Università di Catania, coinvolta nel programma.
Il nome scientifico deriva dal fatto che «sembra essere invincibile, incontrollabile, ingestibile». Invicta è il termine latino che significa invincibile.
La formica di fuoco tra le specie più invasive
La formica di fuoco è una specie originaria del Sud America: può provocare gravi danni agli ecosistemi, all’agricoltura e alla nostra salute. La sua puntura è piuttosto dolorosa e irritante e può provocare reazioni allergiche, che occasionalmente possono portare allo choc anafilattico. In meno di un secolo, si è diffusa in gran parte degli Stati Uniti, Messico, Caraibi, Cina e Australia. Negli Usa ha causato una perdita di quasi sei miliardi di euro annui.
La sua presenza in Europa non era mai stata confermata. Fino alla ricerca che ha dimostrato che in Sicilia si trova da anni. I ricercatori sono giunti alla conclusione che probabilmente queste popolazioni di formiche provengono dalla Cina o dagli Stati Uniti.
La possibile invasione in Europa
Secondo i ricercatori, questa specie invasiva potrebbe stabilirsi in circa il 7% del continente. Molte città europee come Roma, Barcellona, Londra e Parigi, presenterebbero condizioni ambientali adatte al suo insediamento. E lo scenario potrebbe peggiorare notevolmente, in quanto questa specie potrebbe potenzialmente espandersi e colonizzare altre parti d’Europa.
Le formiche distruggono le radici di piante, come soia e canapa, compromettendo la biodiversità e danneggiando le colture agricole. In Cina, la formica rossa importata ha ridotto la resa dei fagioli mungo e le sue punture velenose hanno danneggiato il bestiame e i braccianti agricoli. Yijuan Xu, professore presso la South China Agricultural University, ha dichiarato in un’e-mail che «alcuni agricoltori, incapaci di tollerare le punture della formica rossa importata, hanno abbandonato le loro terre».
Il tentativo di eradicazione in Sicilia
La Sicilia sta già subendo alcuni degli effetti dell’infestazione. Durante la visita della Cnn, gli scienziati dell’Università di Catania hanno aperto le radici di una pianta e una colonia di formiche è emersa dal terreno. Questo evidenzia il potenziale pericolo, ha detto Zappalà: «Può essere trasportato come un autostoppista su qualsiasi tipo di frutto o materiale vegetale».
I ricercatori hanno osservato che nelle aree in cui è presente un’alta densità di formiche rosse importate, spesso sono presenti molte meno specie di formiche autoctone, o addirittura nessuna. «Con il tempo, questo influenzerebbe l’intero ecosistema», ha spiegato Roberto Catania, ricercatore post-dottorato presso l’Università di Catania, «alterando l’equilibrio naturale e colpendo piante e animali che dipendono dagli insetti autoctoni. La Sicilia è in prima linea nell’invasione europea delle formiche rosse. Se non riuscirà a contenerne la diffusione, altri paesi saranno a rischio.
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