Intervista a Salvatore La Terra Majore
di Irene Savasta

Chiaramonte Gulfi – Sono passati quasi due anni dall’inaugurazione dell’Hotel Casa Majore, la luxury house situata nel cuore del centro storico di Chiaramonte Gulfi in uno storico palazzo ottocentesco. Salvatore La Terra Majore, proprietario dello storico ristorante Majore, ha deciso di affiancare al suo locale, divenuto punto di riferimento per l’intera gastronomica provinciale tradizionale, anche un hotel che rispecchiasse la sua tradizionale familiare e offrire in questo modo al viaggiatore un’offerta più completa. A due anni di distanza, abbiamo deciso di intervistare Salvatore La Terra per tirare le somme sulla sua attività, tracciare un identikit del viaggiatore-tipo che pernotta a Chiaramonte e parlare di eventuali criticità che, col tempo, potrebbero migliorare.
Casa Majore è stato un punto di non ritorno per gli alberghi a Chiaramonte. Cosa l’ha spinta a impelagarsi in questa attività imprenditoriale e come sono andati questi primi due anni?
“Il ristorante e l’albergo sono contingenti anche se è ovvio che il ristorante resta l’attività trainante. Per me Casa Majore è stata il completamento di un’offerta per il turista. I primi tempi sono stati un po’ complicati perché ho fatto qualcosa di diverso rispetto a ciò a cui ero abituato. Poi, però, i risultati sono arrivati. La nostra struttura si rivolge ad un target ben definito e offre delle soluzioni per qualunque tipo di esigenza. Gli utenti, insomma, ci stanno premiando e noi lo vediamo dalle recensioni che lasciano su Booking o su Facebook. Per noi è grande motivo di soddisfazione”.
Qual è il tipo di clientela che sceglie Casa Majore?
“Sono clienti di tutti i generi. Fino alla scorsa settimana abbiamo avuto una coppia di Polacchi che ci hanno annunciato la loro presenza praticamente in tempo reale. Dopo mezz’ora sono venuti da noi e hanno usufruito di un nostro nuovo servizio: il catering in albergo. La cena, preparata nel nostro ristorante, viene portata direttamente in camera. Hanno talmente apprezzato questo servizio che il giorno dopo hanno deciso di portare in viaggio il nostro pranzo, preparato apposta per loro. Abbiamo avuto anche cinesi, giapponesi, svizzeri, australiani, americani, gente da tutto il mondo. Un professore americano è stato nostro ospite e ha apprezzato talmente tanto il nostro servizio da dirci che la prossima volta resterà da noi almeno due settimane. Abbiamo avuto anche il piacere di ospitare Catena Fiorello e molti altri personaggi noti dello spettacolo. Da tutti loro, abbiamo ricevuto complimenti e la promessa di un ritorno”.
Qual è il periodo di maggiore affluenza?
“Il periodo migliore è quello che va da marzo a ottobre. Devo dire, però, che abbiamo lavorato bene anche nel periodo natalizio. Fa piacere sapere di essere diventati anche un punto di riferimento per i tanti chiaramontani residenti fuori e che vengono qui per il loro soggiorno durante i periodi di ferie”.
Che cosa si auspica per l’ospitalità a Chiaramonte?
“Più collaborazione con le altre strutture della città. C’è ancora molta divisione e questo mi dispiace. Ognuno va per la propria strada e questo non è positivo. Ma a Chiaramonte, non so perché, è sempre stato così”.
Su cosa dovrebbe puntare l’accoglienza a Chiaramonte?
“Sulle famiglie. Chiaramonte è una città a misura d’uomo e si trova in una posizione geografica abbastanza centrale: è vicina a Ragusa, al Val di Noto, a Catania, all’aeroporto di Comiso. Si trova praticamente a due passi da tutto. E’ importante intercettare il turista enogastronomico perché in questo momento sono loro l’ago della bilancia e Chiaramonte ha molto da offrire: olio, vino, prodotti di grande eccellenza. Inoltre, vorrei far notare che Chiaramonte, rispetto ad altri centri con cui potremmo competere, è molto meno caro e questo dovrebbe essere un punto di forza”.
Quali sono secondo lei, invece, le criticità che ancora oggi esistono in città?
“I parcheggi stanno diventando un problema serio. Me lo dicono praticamente tutti i miei ospiti. E’ un problema che deve essere risolto al più presto. Qualche punto su Booking me lo sono giocato proprio per questo. Anche gli orari e le tariffe dei musei non sono adeguati. Non ha senso per un viaggiatore, che magari sta a Chiaramonte solo un giorno, prenotare la visita un giorno prima e, soprattutto, i musei hanno orari di apertura veramente assurdi. Anche le Chiese dovrebbero essere sempre fruibili. Se vogliamo fare questo salto di qualità, tutto deve essere a portata di tutti. Mi ricordo che a gennaio, durante le festività del capodanno, era tutto chiuso e questo non è accettabile. Manca ancora un vero cambio di passo”.
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