Restare di stucco
di Un Uomo Libero.
Madrid – Sembrerebbe strano ma anche monumenti importanti non riescono a resistere all’idea di sottomettersi a una ritidectomia, lifting per gli snob.
Una tiratina di qua, un’aggiustatina di là, strati generosi di malta per coprire le rughe del tempo!
Sorridevo quando in questi giorni la mia posta elettronica era sommersa da mail che m’informavano sul ringiovanimento di uno dei monumenti più importanti di Scicli: l’UNICO, il Duomo di San Matteo o, per chi non ama la parola “Duomo”, la Venerabile Matrice.
Oggi, che qualche amico temerario, dopo molto insistere con le mail senza peraltro ricevere mie risposte, mi ha mandato finalmente le foto dei lavori con possibilità di ingrandirle, confesso che sono rimasto davvero -è proprio il caso di dirlo- “di stucco”.
Gli amici, infatti, scrivevano nelle loro comunicazioni “Vedrai che non lo riconoscerai più…”, “Sarà per te un colpo al cuore…”, “Bianco Natale in anticipo”…
Ditemi che non è uno scherzo o una trovata pubblicitaria…Vi prego! – Ho scritto io, in risposta.
Il Nostro San Matteo, immortalato in mille foto per il colore dorato che assume al tramonto, da oggi sarà, invece, bianco come un sudario?
Confesso la mia ignoranza in materia, però ritengo che i monumenti antichi siano considerati “antichi” appunto perché conservano la patina del tempo. Un restauro deve, dunque, prestare molta attenzione all’insieme e, nelle zone in cui questa patina non potrà più essere recuperata per ovvi motivi, se ne fa una nuova, come in tutti gli oggetti d’arte, ma s’invecchia e si armonizza con la parte originale.
Così avviene per gli stucchi che adornano i saloni e le chiese, per antiche costruzioni, per monumenti e statue spesso ridotti in polvere dagli agenti atmosferici prima e dall’incuria degli uomini poi.
Quando fu ripulita la facciata della Basilica di San Pietro di Roma, la gente gridò allo scandalo per il recuperato colore chiaro della pietra. Eppure si trattava solo di una semplice ripulitura!
Ricordo ancora un gennaio freddissimo, qui a Madrid. Era nevicato tutta la notte. Nessuno in strada, solo pochi passanti. Il giorno dopo attraversai come di consueto Piazza di Spagna per raggiungere una delle tante “bocche” della metropolitana. Immediatamente la mia attenzione fu attirata dalla statua in calcare della Regina Isabella orribilmente sfregiata con uno spray nero.
La notizia fece subito il giro dei giornali, il monumento fu fotografato, ripreso da televisioni, turisti, fotoreporter.
In un tempo record il Comune lo fece restaurare. Fu ridipinto, in effetti, utilizzando una sostanza che riproduceva lo stesso colore della pietra. La regina riprese, severa ma soddisfatta, a ricevere come ogni giorno i turisti nella sua storica piazza.
Alla luce di queste due esperienze, spero che il Nostro San Matteo, alla fine dei lavori di consolidamento, possa ritornare a essere quello di un tempo. Dorato e roseo. Sicuramente più bello di come lo abbiamo visto fino ad oggi. È una speranza che vuole anche essere un augurio. Pretendo troppo?
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