Cronaca
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14/01/2011 14:14

Chiesti 300 mln a 4 manager, fra cui il modicano Giancarlo Manenti

Il 16 giugno il processo

di Redazione

Giancarlo Manenti
Giancarlo Manenti

Palermo –  Un danno di oltre 30 milioni. È quello che la Procura regionale della Corte dei conti ha contestato a quattro manager della sanità siciliana che avrebbero consentito, violando i loro doveri di controllo, il pagamento di tariffe gonfiate anche del 400 per cento alle cliniche di Michele Aiello, indicato come prestanome di Bernardo Provenzano.

A conclusione di un’indagine condotta dai carabinieri dei Nas e dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, i magistrati della Corte dei conti Guido Carlino e Gianluca Albo hanno citato in giudizio gli ex direttori generali dell’Asl 6 di Palermo, Giancarlo Manenti e Guido Catalano e i dirigenti della stessa Asl Salvatore Scaduto e Lorenzo Iannì.
I quattro manager saranno giudicati il prossimo 16 giugno dalla sezione giurisdizionale presieduta da Luciano Pagliaro.
Durante l’istruttoria, e in vista del giudizio di responsabilità erariale, ai quattro manager erano già stati sequestrati beni immobili, depositi bancari, conti correnti con titoli e polizze sulla vita. L’indagine della Corte dei conti ha preso le mosse dall’inchiesta della magistratura ordinaria sulle talpe alla Dda nella quale è coinvolto Aiello, condannato per mafia in appello a 15 anni e sei mesi.
Aiello era considerato il «re» della sanità privata siciliana. Con le sue cliniche Villa Teresa e Atm (Alte tecnologie medicali) di Bagheria aveva ottenuto dalla Regione, all’epoca del governo guidato da Salvatore Cuffaro, una convenzione con tariffe giudicate eccessive per prestazioni di radio terapia in regime di assistenza diretta negli anni 2002 e 2003.
La Cassazione sarà chiamata a pronunciarsi venerdì 21 gennaio, sul verdetto emesso dalla corte d’appello di Palermo che ha condannato Aiello a una pesante pena detentiva.