88 firme false autocertificate da Calvo
di Redazione
Modica – Il Procuratore della Repubblica di Modica, Francesco Puleio, ha chiesto al Giudice dell’udienza preliminare il rinvio a giudizio di Biagio Calvo, detto Gino, attuale assessore comunale a Ragusa. accusato di aver falsificato le firme di ottantotto persone indicate quali sottoscrittori della lista presentata per il rinnovo delle elezioni del Consiglio provinciale di Ragusa.
Ottantotto persone che sarebbero state indicate quali sottoscrittori della lista del Partito Repubblicano Italiano per competere alle elezioni provinciali del 13 e 14 maggio 2007 nella Circoscrizione di Modica. Biagio Calvo, detto Gino, comisano, attuale assessore comunale a Ragusa e segretario provinciale del Pri è stato accusato, come si diceva, di avere falsificato le firme e, dunque, del reato elettorale di falsità in autenticazione delle sottoscrizioni di liste di elettori continuata, come previsto dalla Corte Costituzionale, con sentenza nr. 3942006, per avere, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, anche in tempi diversi, nella qualità di consigliere della Provincia Regionale di Ragusa, in occasione delle elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale del 1314 maggio 2007, autenticato le sottoscrizioni duplicate in liste diverse delle sotto elencate persone (le quali non riconoscevano come propria la firma apposta nei fogli aggiuntivi a fianco di ognuna di esse). Fu una fase pre-elettorale molto travagliata per i Repubblicani fino a quando, un paio di settimane prima della contesa elettorale, la prima sezione del Tar di Catania aveva riammesso il Partito Repubblicano Italiano alle elezioni anche in presenza di un controricorso. Il Pri era stato escluso per un vizio di forma da parte delle commissioni circoscrizionali elettorali presso i Tribunali di Ragusa e Modica. Poi, il 3 maggio il Tar aveva riammesso cautelativamente le liste per i due collegi di Ragusa e Modica. Il Pri, comunque, non prese parte alle elezioni ed allora fu presentato un ricorso da Gino Calvo volto all’annullamento delle elezioni provinciali. Il partito dell’edera si era appellato a seguito dell’’esclusione all’ultimo minuto della propria lista perchè erano state ravvisate delle presunte irregolarità sui tempi di presentazione, che furono comunque rispettati, come accertato in seguito. Il Presidente del Tar, Zingales, aveva sollevato un quesito alla Corte Costituzionale, avendo ravvisato un fumus di fondo nel ricorso del Pri, riconducibile alla libertà d’espressione degli elettori che in qualche modo, con l’esclusione della lista del partito, sarebbe stata compromessa.
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