Attualità
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27/07/2010 21:03

Comiso, l’aeroporto che non decolla

Digiacomo, l'incatenato

di Redazione

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Comiso – L’aeroporto di Comiso è pronto da mesi, ma non ha cominciato l’attività.è Ed è diventato un caso politico. Ieri mattina alle 10 l’ex sindaco Pippo Digiacomo, ora deputato del Pd all’Ars, si è incatenato per protesta ai cancelli dell’ex base Nato.

Il fatto è che lo scalo ragusano è pronto da mesi e si attende la conclusione delle ultime procedure affinché l’aeroporto possa ottenere la certificazione dell’Enac e iniziare la sua attività. E’ su queste procedure che c’è un rimpallo di responsabilità.
Il Pd è compatto nel sostenere l’azione di Digiacomo con il senatore Lumia che accusa Berlusconi di «infischiarsene della Sicilia» e Cracolici che parla di «inammissibili cavilli burocratici». Il segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo aggiunge che «la cialtroneria politica tiene chiuso l’aeroporto di Comiso contro gli interessi della Sicilia», e poiché la lotta politica si fa anche con i simboli ha ricordato come l’intitolazione dello scalo a Pio La Torre sia stata sostituita dalla nuova Giunta comunale che ha ripristinato l’intitolazione al generale Magliocco.

L’assessore regionale al Turismo Nino Strano se la prende con la Sac con replica del presidente Mancini: «Le prime vittime siamo noi che abbiamo investito somme importanti su Comiso senza al momento alcun ritorno».
A sostegno dell’iniziativa di Digiacomo è intervenuto il presidente Lombardo: «Non chiediamo trattamenti di riguardo al governo centrale, ma solo il riconoscimento dei nostri diritti. E’ impensabile che una struttura relativamente piccola quale l’aeroporto di Comiso debba sobbarcarsi costi che non le competono e che la metterebbero fin da subito in difficoltà. Per questo chiediamo al governo centrale e alle autorità competenti che si assumano i costi per il controllo aereo e per i servizi dei vigili del fuoco, così come avviene in qualsiasi altro aeroporto in territorio italiano. Non possiamo consentire che un’opera strategica per quel territorio, che avrebbe importanti ricadute sia dal punto di vista turistico sia da quello economico e del commercio agricolo, venga lasciata marcire e sia sacrificata sull’altare dell’incapacità e di perverse logiche politiche. Per queste ragioni non solo condivido la protesta di Digiacomo, ma gli confermo la piena adesione ufficiale del governo regionale nella sua interezza».
Il sindaco di Comiso, Giuseppe Alfano, che la scorsa settimana si è autoeletto presidente della Soaco, società di gestione dello scalo, sostiene che «i ritardi sono la logica conseguenza delle forzature sul Demanio effettuate proprio da Digiacomo quando era sindaco di Comiso. A contestare la dubbia acquisizione del sedime è stato anche l’Enac, che fin quando la situazione non sarà risolta non procederà alla certificazione del nuovo aeroporto».
A che punto siano le procedure lo dice Nino Minardo, deputato del Pdl: «Non c’è rischio alcuno per l’aeroporto. Pur condividendo la giusta preoccupazione che si manifesta anche in forme eclatanti posso assicurare nuovamente che il futuro dell’aeroporto di Comiso è scritto e garantito e che i passaggi burocratici e di legge e che si dovevano compiere, si stanno compiendo nei tempi e nei modi giusti, cercando di recuperare i silenzi e lo stallo degli anni scorsi». «C’era da redigere – ha aggiunto Minardo – un dossier che facesse la storia del tortuoso iter legato all’aeroporto di Comiso. E’ già stato redatto e si trova all’attenzione dei ministeri competenti, a cominciare dal ministero dell’Economia che ne prenderà atto. Concluso questo passaggio, si potrà convocare in tempi rapidi l’incontro per firmare il protocollo d’intesa Stato-Regione per il passaggio di competenza del sedime aeroportuale a cui seguirà l’emanazione di un decreto interministeriale a firma dei ministri Tremonti e La Russa. Nessuno sta perdendo tempo. Già questa potrebbe essere la settimana giusta per la firma del protocollo. Non c’è nessun rischio per il futuro dell’aeroporto di Comiso».