Un carcere lager a Comiso
di Redazione


Siracusa – Avevano costituito una “rete” nella quale ognuno aveva ruoli ben definiti con un obiettivo ben preciso: guadagnare sulla sorte dei migranti che sbarcano sulle nostre coste. E a costituire questa “rete” erano altri extracomunitari, che questa mattina, al termine di un’operazione fulminea, sono stati arrestati con l’accusa di sequestro di persona e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’operazione è stata condotta dalla Squadra Mobile di Siracusa, insieme ai colleghi della Questura di Ragusa e del Commissariato di Comiso, coordinati dal Procuratore Capo della Repubblica di Siracusa, Giordano, e dai sostituti Nicastro e Grillo. In manette sono finiti: Yosef Ayalew, etiope di 26 anni, Junaid Rafique, del Pakistan di 26 anni, Fouad Nasrllah Fouad, maricchino di 53 anni, Nagawo Abe, eritreo di 25 anni e Jimie Mahammed Nur Mohammed, eritreo di 28 anni.
L’operazione è nata dopo lo sbarco del 4 maggio scorso: un cittadino eritreo riceve una telefonata, nel corso della quale un uomo lo informa che sua cugina, una ragazzina di 15 anni si trova con loro e che per riaverla, deve ricaricare di 200 euro la posta pay. Il migrante denuncia l’accaduto alla Polizia, che avvia, all’istante i controlli. Le indagini tecniche consentono agli investigatori di risalire alla località dalla quale era partita la chiamata, vale a dire Comiso. I controlli tecnici proseguono e consentono di scoprire i movimenti e le strategie del gruppo: gli arrestati, con l’utilizzo di un furgone, si appostavano all’uscita dei centri di accoglienza del siracusano e prendevano a bordo gli immigrati con la falsa promessa di accompagnarli a Milano. Una volta saliti sul mezzo, invece, venivano portati in un’abitazione di Comiso e lì venivano tenuti segregati fino a quando i loro parenti non avessero pagato un riscatto di 200 euro ciascuno. A pagamento avvenuto, le vittime venivano liberate ed accompagnate alla stazione degli autobus di Ragusa. E proprio questa la scena che hanno monitorato gli investigatori, che si sono appostati alla stazione dei pulman di Ragusa e che sono intervenuti, fermando e sentendo sia le vittime liberate, che i componenti del gruppo criminale.
Le indagini proseguono anche per capire se possano esserci collegamenti con i gruppi che in terra straniera organizzano i viaggi dei clandestini.
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