Si stavano imbarcando con 500 kg di carne di cinghiale
di Redazione
Pozzallo – Con sentenza n. 35961 pubblicata il 5 novembre 2025 la Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi di sei cittadini maltesi, denunciati l’ 8 aprile scorso presso il porto di Pozzallo per reati in materia di bracconaggio (caccia in periodo di divieto generale sul territorio siciliano).
Come da precedenti notizie di stampa, ai sei cacciatori di frodo, che stavano per imbarcarsi sul catamarano per rientrare a Malta, dopo il controllo del bagaglio, i militari della Guardia di Finanza e i funzionari dell’Agenzia delle Dogane avevano sequestrato 500 kg di carne di cinghiale oltre a dieci fucili e centinaia di munizioni, anche con l’intervento del nucleo venatorio della Polizia Provinciale di Ragusa.
Il 2 maggio il Tribunale di Ragusa aveva rigettato la richiesta di riesame proposta dagli indagati, che avevano quindi proposto ricorso per Cassazione.
La Suprema Corte ha ritenuto infondati i motivi del ricorso, riconfermando il verbale di sequestro probatorio e ha condannato i proponenti al pagamento delle spese processuali oltra alla somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Secondo la Lega Abolizione Caccia quello dei bracconieri maltesi che frequentano il Ragusano, peraltro senza alcuna abilitazione per cacciare in Italia, è una problematica che merita la massima attenzione, anche a causa della spiccata propensione alla violazione delle norme che caratterizza l’ambiente venatorio di Malta.
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