Giudiziaria
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24/11/2007 00:00

Condannati per favoreggiamento due sciclitani

di Redazione

Per il magistrato giudicante gli imputati sono colpevoli e, dunque, da condannare. Sei mesi di reclusione sono stati inflitti da giudice monocratico del Tribunale di Modica, Giovanna Scibilia, al pregiudicato sciclitano Mimmo Mermina, 41 anni, arrestato il 15 ottobre del 2005 dai carabinieri della Sezione “Catturandi” di Catania, poiché, secondo l’accusa, aveva favorito la latitanza di un parente, il pregiudicato catanese Angelo Mermina. Quattro mesi di reclusione sono stati inflitti a Susanna Fiorito, convivente dell’imputato.

Per la donna la pena è stata condonata. Erano accusati di favoreggiamento in concorso. Nella precedente udienza, il magistrato aveva escusso un ispettore della Squadra Mobile di Catania che aveva spiegato le fasi dell’arresto dei due cugini, avvenuto in un appartamento di Pozzallo, in Via Cristoforo Colombo. Secondo l’accusa, il quarantenne avrebbe preso in affitto un appartamento a Pozzallo dove avrebbe fatto pernottare e, in ogni modo, nascosto il parente ricercato dalle forze dell’ordine da qualche tempo. Scattate le manette, Mermina era stato rinchiuso presso l’Istituto Penitenziario del capoluogo etneo. L’imputato con delle dichiarazioni spontanee aveva sostenuto di avere ospitato il parente per un breve periodo di vacanza e di non sapere che fosse in regime di latitanza. “Mio cugino – aveva, dal canto suo, affermato poco prima Angelo Mermina – non sapeva della mia latitanza. Gliel’ho comunicato pochi minuti prima di essere arrestato, quando dal balcone di casa ho notato strani movimenti nella strada”.