Giudiziaria
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15/10/2025 16:06

Condanne definitive per l’omicidio di Lele Scieri, il militare che si ribellò al nonnismo

La giustizia ha spettato 26 anni

di Redazione

Roma – Sono arrivate le condanne definitive per l’omicidio di Lele Scieri. «Conosciamo finalmente i nomi e i volti degli assassini di Emanuele Scieri». Sono quelli di Alessandro Panella e Luigi Zabara, i due ex caporali che ieri sono stati definitivamente condannati in Cassazione per l’omicidio volontario aggravato di Emanuele Scieri. Il parà siracusano 26enne in servizio militare trovato cadavere nell’agosto del 1999 all’interno della caserma Gamerra di Pisa, tre giorni dopo la morte. «È stata definitivamente scritta la storia», commenta l’avvocato Ivan Albo, uno dei legali di parte civile che rappresenta i familiari di Scieri. Panella è stato condannato a 22 anni di carcere, Zabara invece a nove anni e nove mesi. Così ha deciso la prima sezione della Cassazione che ha rigettato i ricorsi degli imputati. Entrambi assenti ieri in aula a Roma.

«Finalmente abbiamo chiuso questa pagina tristissima che andava avanti da troppi anni», afferma Francesco Scieri, il fratello della vittima che invece ieri in aula era presenta. «Mia mamma no, non c’era – aggiunge – perché non ce la fa più. Ma quando ha ricevuto la telefonata degli avvocati è scoppiata a piangere». Di anni, per arrivare alle condanne per l’omicidio di Lele Scieri ce ne sono voluti 26. Più di un quarto di secolo. Inizialmente archiviato come suicidio, il caso del parà siracusano è stato riaperto dopo la relazione finale della commissione parlamentare d’inchiesta.

Le indagini, per un periodo, sono state portate avanti su un binario parallelo dalla giustizia ordinaria e da quella militare. E ci è voluta la pronuncia della Corte di Cassazione a risolvere il conflitto. Poi un lungo processo con tre gradi di giudizio. Nel procedimento con il rito abbreviato è stato assolto il sottufficiale dell’esercito Andrea Antico, anche lui accusato di omicidio. Il reato di favoreggiamento per gli ex ufficiali della Folgore Enrico Celentano e Salvatore Romondia, intanto, era andato in prescrizione.

“Ucciso perché si ribellò al nonnismo”

Secondo i giudici, la furia dei “nonni” sarebbe stata scatenata da una reazione di Scieri, giovane recluta appena arrivato a Pisa dopo il centro addestramento reclute (Car) a Firenze, che ha provocato, secondo la corte, un “delirio di onnipotenza”.