Rinviata ogni decisione sul nuovo accordo
di Paolo Pavia

Ragusa – Care/i Colleghe/i,
i Consigli Provinciale e Comunale di Ragusa riuniti ieri sera in seduta congiunta per approvare un testo di convenzione “blindato” dal c.d.a. del Consorzio Universitario, hanno deciso di aggiornare la seduta ad altra data. La decisione, motivata apparentemente per dare spazio alla protesta degli agricoltori, in realtà è il risultato di un’estrema confusione nella quale si dibattono i due consessi e, certamente, dei legittimi malumori di chi è chiamato ad una ratifica “notarile” di qualcosa che non ha avuto la possibilità di discutere tanto nel merito che nella forma.
Ancora una volta l’arroganza e la presunzione dei componenti del c.d.a. del Consorzio Universitario di Ragusa, in primo luogo del suo presidente sen. Giovanni Mauro che, nei fatti, sta dimostrando di non avere a cuore una presenza seria dell’università a Ragusa, ha inferto un altro colpo alla possibilità che si esca dal pantano nel quale questi stessi dirigenti hanno cacciato il destino degli studenti, delle loro famiglie, dei docenti e di tanti che per un decennio si sono spesi per l’emancipazione culturale del nostro territorio.
Quella Convenzione che si vuole sia approvata senza alcun dibattito, senza alcuna possibilità di emendamento, è una burla che si sta consumando ai danni di tutti noi.
Il Senato accademico della nostra Università, nella riunione di lunedì scorso, ha già deliberato la chiusura totale e definitiva di tutti i corsi a Ragusa, rimettendo alle decisioni del Ministro anche la possibilità che si possa continuare ad esaurimento dei corsi iniziati quest’anno. Questa è la dimostrazione lampante che quella Convenzione non è il frutto di una trattativa e di un conseguente accordo, ma rappresenta lo stravolgimento dei patti che lo scorso luglio avevano creato le condizioni per riaprire le immatricolazioni e provare a voltare pagina nella tormentata vicenda universitaria ragusana.
Ebbene, care colleghe e cari colleghi, è arrivato il momento di far sentire più forte la nostra voce. Che questi signori sappiano che gli studenti non sono merce di scambio da negoziare con questo o quell’ateneo. Noi siamo studenti iscritti all’Università di Catania e nella nostra Università intendiamo proseguire e concludere gli studi.
Bisogna che ciascuno si assuma le proprie responsabilità, in primo luogo il Presidente della Provincia, On.le Franco Antoci e il Sindaco Nello Dipasquale, perché prendendo atto dell’incapacità di questo c.d.a. consortile di gestire una situazione che non è eufemistico considerare esplosiva, invitino costoro alle dimissioni immediate e facciano in modo, adottando tutti i provvedimenti che la legge mette a loro disposizione, che si riapra una trattativa con l’Ateneo affinché si realizzi un piano serio per far concludere gli studi a Ragusa a tutti gli studenti iscritti per i prossimi due anni accademici.
Ricordo, a questo proposito, che le convenzioni in vigore prevedono una DICHIARAZIONE DI IMPEGNO AGGIUNTIVA in base alla quale, qualora il Consorzio “dovesse andare incontro a difficoltà od insufficienza di carattere finanziario o amministrativo tali da compromettere il puntuale e tempestivo rispetto degli impegni assunti con la convenzione (il Comune e la Provincia di Ragusa sono impegnati n.d.r.) ad assicurare CIASCUNO PER LA PROPRIA COMPETENZA E DIRETTAMENTE L’EROGAZIONE DELLE RISORSE FINANZIARIE COME SPECIFICATE NEL PIANO FINANZIARIO e comunque nei limiti delle spese documentate.”
Solo su questa base credo di poter vedere uno spiraglio per uscire dalla crisi tremenda che ci sta travolgendo. Ci sarà certamente tempo per rinegoziare, attraverso una trattativa vera con l’Università di Catania, le nuove condizioni per un traghettamento graduale e serio verso un quarto polo universitario pubblico che tutti certamente auspichiamo, ma che non può essere improvvisato o realizzato sull’onda di una perenne emergenza.
Paolo Pavia
Rappresentante degli Studenti
nel Consiglio della Facoltà di Lingue
e Letterature straniere
Università di Catania
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