Giudiziaria
|
14/11/2025 11:42

Corruzione, Totò Cuffaro non risponde al Gip e fa dichiarazioni spontanee

I difensori: «Intercettazione trascritta male»

di Redazione

Palermo – L’ex Presidente della Regione siciliana Salvatore Totò Cuffaro si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip di Palermo, ma ha reso dichiarazioni spontanee. Il politico, accusato di associazione per delinquere, corruzione e turbativa d’asta, per il quale la Procura ha chiesta gli arresti domiciliari, non ha risposto alle domande della gip Carmen Salustro, che dovrà adesso decidere sulla richiesta dei pm. Cuffaro ha lasciato il tribunale senza parlare coi giornalisti.

«È stata eccepita l’inutilizzabilità della relazione di servizio dei Carabinieri del Ros» depositata dalla Procura di Palermo al gip. «È stata fatta una questione formale». A dirlo è l’avvocato Giovanni Di Bendetto, che difende il politico con l’avvocato Marcello Montalbano. Nei giorni scorsi la Procura ha depositato la relazione contenente le dichiarazioni di Cuffaro ai Carabinieri del Ros all’indomani della notifica della richiesta di arresto.

Nel corso dell’interrogatorio preventivo, la difesa ha depositato una memoria scritta per rispondere «punto su punto» a tutte le accuse all’ex governatore siciliano, accusato di corruzione, turbativa d’asta e associazione per delinquere.

Gli avvocati Marcello Montalbano e Giovanni Di Benedetto, «rappresentano che il dottore Cuffaro si è oggi, su loro indicazione, avvalso della facoltà di non rispondere, pur avendo reso delle dichiarazioni spontanee». Così, in una nota della difesa dell’ex Presidente della Regione siciliana. «Ciò in quanto si ritiene indispensabile, prima di sottoporsi a qualsivoglia interrogatorio, un approfondimento sul compendio probatorio con il quale misurarsi, con particolare riferimento al contenuto delle intercettazioni», dicono i legali.

«Tale convincimento nasce anche dal fatto che l’unica trascrizione di intercettazione ambientale finora ascoltata, anche con l’ausilio di un consulente tecnico espressamente nominato, è risultata errata su un punto di centrale rilevanza per la configurabilità del reato contestato al capo 5) in concorso con Vetro, Pace e Tomasino (nel senso che non si ravvisa la parola “soldi” e la frase in questione, diversamente da quanto emerge nella trascrizione, non è stata proferita dal dottor Cuffaro)», spiegano i legali.

«Nel corso dell’udienza camerale la difesa ha eccepito l’insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza per tutte le incolpazioni provvisorie contestate, nonché l’inutilizzabilità della relazione di servizio contenente asserite dichiarazioni spontanee rese dal dottor Cuffaro e da questo disconosciute», conclude la nota.