Non vi è mai stata alcuna associazione a delinquere, né mafiosa, né semplice
di Redazione


Catania – La Corte d’Appello di Catania, prima sezione, presieduta dal consigliere Riccardo Pivetti, ha sentenziato negando l’esistenza di una associazione a delinquere di stampo mafioso a Scicli e di una qualunque associazione. Sono stati perciò assolti Franco Mormina, Ignazio Mormina, Giovanni Mormina, Giacomo Fidone, Ugo Lutri (difeso dagli avvocati Carmelo Scarso e Francesco Riccotti), e Renzo Gazzè.
E’ stata riformata la residua sentenza per estorsione e altri reati, con le seguenti condanne: Mormina Franco, anni 7 mesi sei, multa di 2000 euro. Fidone Giacomo, anni 8 e 1300 euro di multa. Mormina Ignazio, anni 1 e mesi due, euro 300 di multa. Mormina Giovanni, Trovato Guglielmo, Tumino Vincenzo, e Ugo Lutri assolti per insussistenza del fatto. Dieci mesi e 180 euro di multa per Renzo Gazzè. Da stasera tornano liberi Franco Mormina e Ignazio Mormina. Revocata inoltre la condanna per risarcimento nei confronti del Comuna di Scicli. Gli imputati nulla dovranno corrrispondere come risarcimento all’ente pubblico.
L’operazione
Il processo nasce dall’operazione “Eco”, nella quale era stato accusato di essere complice di una organizzazione mafiosa, l’ex sindaco, Franco Susino, assolto poi con formula piena.
Davanti al Tribunale di Ragusa, in primo grado, Franco Mormina, era stato condannato a 11 anni e sei mesi di reclusione. Giacomo Fidone a nove anni e sei mesi in primo grado. Renzo Gazzè era stato condannato in precedenza a un anno e quattro mesi. Ignazio Mormina era stato condannato a quattro anni e sei mesi di carcere.
Ugo Lutri era stato condannato a due anni di carcere, Giovanni Mormina a cinque anni. Il processo è scaturito dall’operazione «Eco», condotta dai carabinieri su un presunto condizionamento criminale di ambienti mafiosi nel servizio di raccolta dei rifiuti a Scicli. Il titolare della «Ecoseib» Giuseppe Busso, che gestiva il servizio di raccolta rifiuti all’epoca dei fatti a Scicli, aveva confermato in aula le pressioni più volte ricevute da Franco Mormina, secondo l’accusa, avrebbe imposto il suo controllo sulla gestione dell’attività dell’azienda. L’Ecoseib si era costituita parte civile nel procedimento assieme all’associazione «Codici onlus», «Obiettivo legalità» e Comune di Scicli, rappresentato dall’avvocato Ignazio Galfo.
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