Attualità
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17/04/2008 15:19

Cosentini. Il nuovo che non avanza. Mai

di Redazione

Nello Dipasquale l’aveva detto: “tornerà, e sarà ancora il mio vice”.

All’indomani della sconfitta l’annuncio del rientro è giunto con puntualità svizzera come cosa normale, quasi obbligatoria.

Giovanni Cosentini è di nuovo al suo posto.

Un ritorno, più che altro una ritirata velocissima, per non lasciare il tempo ai cittadini di riflettere su quanto accaduto in una campagna elettorale che Cosentini aveva intessuto partendo dalla propaganda dei successi del suo amministrare a fianco del sindaco, risultati che però l’elettorato ragusano non ha riconosciuto tanto da non stringersi intorno al rappresentante dell’Udc.

C’è un dato reale dei 4mila voti, è vero, c’è il precedente impegno anch’esso avvenuto all’indomani della sconfitta del 2006, ma è comunque da sottolineare questo uso del Palazzo inteso o come trampolino di lancio per aspirazioni parlamentari o come ultimo rifugio consolatorio dopo le batoste.

La normale prassi democratica ci ha abituati a vedere i canidati interrogarsi insieme ai partiti di riferimento dopo le vittorie e dopo i fallimenti.

Per Cosentini questa procedura non si applica, perchè il sindaco di Ragusa decide che il suo potere può fare a meno del buon gusto e si sa che quando si forza la mano bisogna farlo in fretta senza dare il tempo agli altri di pensare o di ribellarsi.

Il colpaccio pare non sia piaciuto soprattutto agli amici dell’Udc, alcuni dei quali si erano fatti in quattro in campagna elettorale considerata la promessa di potere sostituire Cosentini come assessore.

Non sappiamo se i patti interni al partito contemplassero l’ascesa di qualcuno (si parla di consiglieri comunali e provinciali, da Fidone a Criscione) nel caso esclusivo di vittoria all’Ars del candidato, o se gli aspiranti dessero per scontata l’uscita in ogni caso di Cosentini da Palazzo dell’Aquila, però il malumore c’è.

Non cambia granchè nella vita della città di Ragusa sapere che un consigliere sia tormentato, deluso, incavolato perchè un pezzo grosso non molla la presa, ma sentire dai frequentatori del Comune che in questo mese all’assessorato sviluppo economico rimasto senza guida politica dopo le dimissioni di Cosentini, un cugino di quest’ultimo tale signor Riccioli dipendente del Consorzio di Bonifica stazionasse negli uffici in quanto collaboratore messo a presidiare le posizioni del vice sindaco impegnato a prendere voti, è il colmo.

Ci sono consiglieri che hanno visto questo collaboratore nei 30 giorni di campagna elettorale stare in assessorato nella stanza del cugino, telefonare e svolgere quel minimo di attività vitale a chi ha a cuore un ufficio.

Nessun funzionario, nessun impiegato, nessun dirigente, nessun usciere, nessun consigliere prima di adesso si è accorto di questa cosa?

Se qualsiasi volontario può muoversi liberamente in un assessorato ed occuparsi del lavoro amministrativo o dei collegamenti fra amministrazione pubblica e cittadini perchè allora non c’è stato un avviso del sindaco rivolto a tutti i ragusani di buona volontà per svolgere la stessa attività di questo cugino del nostro vicesindaco?

A che titolo questo signore è rimasto lì?

Si sa dai giornali che nei Consorzi di bonifica siciliani c’è un esubero di personale tanto che la stessa Regione è intervenuta per stoppare le assunzioni, quindi sarà naturale che un dipendente del consorzio affianchi il cugino direttore, ma persino prendere il posto dell’illustre parente dimessosi causa probabile elezione (poi non avvenuta) è troppo.

E’ questa la Sicilia che non va, che non funziona; la Sicilia in cui tutto deve rientrare nella normalità anche quando si è perfettamente consapevoli che certi comportamenti normali non sono.

Ed è qui che scatta la prudenza esagerata che diventa paura a denunciare e persino a criticare. Speriamo, poi, che non sia vero l’altro particolare ossia che questo collaboratore sia il figlio di una funzionaria della prefettura perchè qualora fosse vero questo legame il silenzio del Palazzo sarebbe ancora più triste e più grave.

Il nuovo che avanza è molto lontano da Ragusa nonostante il nostro sindaco scriva nel blog di Miccichè che la rivoluzione è già iniziata.

Se per Nello Dipasquale ogni prepotenza è rivoluzione siamo lontani assai dalla libertà e dalla civiltà.