Cronaca
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04/11/2025 00:40

Crollo Torre dei Conti a Roma, morto l’operaio estratto dalle macerie: era rimasto intrappolato per oltre 11 ore

Octay Stroici è morto

di Redazione

Roma – Secondo quanto si apprende da fonti sanitarie Octay Stroici, l’operaio rimasto 11 ore sotto le macerie in seguito al crollo di parte della Torre dei Conti ai Fori Imperiali al centro di Roma, è morto all’ospedale Umberto I.

Al momento del crollo l’operaio stava lavorando insieme ad altri tre colleghi nell’edificio storico, su cui è in corso un importante intervento finanziato con i fondi del Pnrr. I medici gli hanno praticato il massaggio cardiaco, poi l’uomo è stato caricato sull’ambulanza e secondo fonti sanitarie avrebbe avuto un arresto cardiaco. I medici erano riusciti a stabilizzarlo e trasportarlo al Policlinico Umberto I dove era arrivata anche la moglie Marianna. “Il mio amore sta lottando. Ha parlato? Respira? Si riprenderà? Adesso basta lavorare. Gli manca un anno alla pensione. Poteva mettersi in disoccupazione. Ora l’importante è che si riprenda”, diceva a chi le stava accanto.

“Dopo il primo crollo eravamo quasi riusciti a portarlo fuori, purtroppo il secondo crollo ha portato molte macerie: il solaio dell’edificio è venuto giù completamente e ci sono stati ulteriori ammassamenti sul corpo”, ha spiegato il comandante dei Vigili del fuoco di Roma Adriano De Acutis. “È rimasto sempre cosciente e questo ha dato forza anche a noi. L’abbiamo portato fuori vigile, respirava”.

La frana è avvenuta improvvisamente intorno alle 11.30. I vigili del fuoco accorsi in largo Corrado Ricci hanno subito messo in salvo tre operai: due sono usciti dalle macerie illesi, il terzo è stato ricoverato in ospedale in codice rosso per un trauma cranico mentre Stroici, 66 anni, originario della Romania e residente da anni a Monterotondo, alle porte di Roma è rimasto intrappolato nella torre. Per liberarlo i soccorritori hanno dovuto lavorare con enorme cautela a causa del rischio “altissimo” di ulteriori cedimenti.

Alle 12.50 un secondo crollo ha alzato un altro polverone e i pompieri sono dovuti usciti di corsa per mettersi in salvo. Sulla struttura si sono alzati in volo dei droni: troppo forte il timore di nuovi cedimenti. La parte centrale del lato della torre che guarda via Cavour, lo sperone esterno costruito negli anni ‘30 per consolidare l’edificio, ora non c’è più. Nel secondo crollo sono venuti giù soltanto dei solai interni.

“Fate presto, non so quanto posso resistere qui. Non posso muovermi. Fate presto, salvatemi”, aveva detto l’operaio ai soccorritori che cercavano di liberarlo. In serata il sindaco Roberto Gualtieri aveva dato rassicurazioni sulle sue condizioni: “Continua a dare segni di vita”, ha detto. “Ci parlano c’è un contatto. Gli è anche stata messa la maschera d’ossigeno. Sono saliti anche i medici, coraggiosissimi che hanno praticato i primi interventi. In largo Corrado Ricci era arrivata anche la moglie dell’operaio, che è stata assistita dal personale consolare e da esperti in supporto psicologico.

Per tentare di salvare l’uomo rimasto intrappolato i vigili del fuoco hanno estratto i detriti sia con la macchina aspiratori e sia con le mani. Dopo lo stop alle operazioni di salvataggio causato dal secondo crollo, intorno alle 13.30 i pompieri si sono rimessi al lavoro. Per cercare l’uomo sotto le macerie sono arrivati anche i cani.

La fragilità della struttura ha reso le operazioni molto difficoltose tanto da rendere necessario l’intervento delle unità Usar (Urban search and rescue), le squadre specializzate in operazioni di soccorso in presenza di macerie. Intorno alle 17 è entrato in funzione anche l’Elephant, un mezzo che serve ad aspirare i calcinacci.