Cronaca Palermo

Aurora Bellini morta sul traghetto, il papà: "Non aveva patologie, era felice, voglio verità"

Aurora Bellini morta sul traghetto, il papà: «Non aveva patologie pregresse, quando ci siamo salutati era felice. Voglio solo la verità»

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Palermo - Aurora Bellini è morta a 19 anni, su un traghetto. Un malore? Un infarto? C'è un'indagine in corso. «Voglio solo e semplicemente la verità. Il resto è un dolore che nessuno può immaginare», dice Paolo, il padre di Aurora, la studentessa di 19 anni originaria di Batignano (Grosseto) che è morta lunedì notte mentre si trovava in gita scolastica sul traghetto che da Napoli la stava portando a Palermo. 

Operaio, dirigente della squadra di calcio Batignano e membro della Pro Loco della stessa frazione, Paolo Bellini non riesce a parlare di sua figlia al passato. «Non riesco a pensare che Aurora non ci sia più», dice l’uomo al Corriere della Sera, che è andato subito in Campania per seguire da vicino l’indagine della Procura di Torre Annunziata per chiarire i motivi della morte della figlia. «Non aveva alcuna patologia pregressa — dice l’uomo — Quando ci siamo salutati era felice». 

Quando è l’ultima volta che lei ha visto sua figlia? «L’ho vista lunedì mattina, al parcheggio, prima di salire sul pullman. Mi ha dato un abbraccio, mi ha dato un bacio. Mi ha detto che ci saremmo sentiti non appena sarebbe arrivata a destinazione. Era felice e contenta. Bella come sempre». 

Sua figlia non aveva patologie pregresse. Faceva sport? «Non più. Dopo il periodo del Covid aveva deciso di abbandonare il pattinaggio. Era bravina anche in quella specialità. Per anni ha gareggiato come pattinatrice del Gs Grosseto e poi della polisportiva Barbarella». Lei che idea si è fatto di quello che può esserle successo? «Non ho alcuna intenzione di parlare di queste cose. C’è un’indagine in corso. Hanno chiesto riserbo e io ho intenzione di rispettarlo. Posso solo dirle che voglio solo la verità». Fa molto effetto sentire quello che ha appena detto. A più forte ragione nel giorno della festa del papà. «Non è una festa per me, quella di oggi (ieri, il 19 marzo). La vita mi ha riservato questo regalo?». Sua figlia Aurora cosa voleva fare nella vita? «Lei studiava come geometra. Le piaceva disegnare, è vero. Ma non era propriamente una sua passione. Diceva che sarebbe voluta diventare un’architetta». A Batignano, dove lei vive, tutti la descrivano come una ragazza solare. «Aurora era una ragazza solare e gentile. Non lo dico perché sono suo babbo. Ma aveva un carattere meraviglioso: aveva una parola gentile per tutti. Era la classica figlia che ogni padre e ogni madre vorrebbe avere». 

Quando ha sentito sua figlia per l’ultima volta? «Ci siamo sentiti lunedì scorso, verso le 20. Mi ha detto che stava bene e che si stava divertendo. Mi ha detto che sarebbero andata a mangiare la pizza con i compagni di scuola e che poi sarebbe andata nella discoteca della nave. Mi ha anche detto che non avrebbe fatto tardi». E invece? «E invece non lo so. So soltanto che durante la notte di lunedì scorso, dopo le 2, mi hanno chiamato per dire che mia figlia... ha capito insomma. La mattina scherzava, poche ore prima ci siamo sentiti e poi...». Lei, signor Paolo, poi cosa ha fatto? «Siamo andati in Campania. Lo sa qual è la cosa più dolorosa? Accettare l’idea che la dovrò portare per l’ultimo viaggio al cimitero. E pensare che ha appena 19 anni. Era nel fiore della sua vita». La sua famiglia come sta? «L’altra mia figlia Martina, che è la sorella gemella di Aurora, sta accanto a me a sua madre Erika. Ci abbraccia continuamente e ci dà forza. Noi facciamo lo stesso con lei. Molte persone in questo momento ci stanno facendo sentire il loro affetto e la loro vicinanza».


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