Palermo - Tradito dal mare. La sua vita è sempre stata sulle onde e da quando era una ragazzo ha lavorato sugli yacht di lusso, sia nella fase di costruzione, sia negli equipaggi. Da otto anni, seguendo una tradizione radicata nel suo Paese, la Nuova Zelanda, è diventato uno skipper tra i più stimati a livello internazionale. Prima alle dipendenze di un miliardario turco, poi con Mike Lynch, al comando del vascello Bayesian, dove il destino lo ha trascinato verso un appuntamento che non dimenticherà mai e che ora potrebbe portarlo al centro di una inchiesta giudiziaria, visto che ieri è stato interrogato per due ore dal procuratore di Termini Imerese. James Cutfield, 51 anni, è il comandante dello yacht che lunedì alle 4 è affondato a un chilometro dalle coste palermitane, di fronte a Porticciolo.
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Cutfield si è salvato insieme a tutto l’equipaggio, ma sulla scialuppa sono riusciti a salire solo la metà dei passeggeri. In termini brutali: non è stato l’ultimo ad abbandonare la nave. In sette sono morti, a partire proprio dal proprietario dell’imbarcazione, e l’epilogo di questa storia può avere due chiavi di lettura: Cutfield va ringraziato perché nella sciagura è riuscito a salvare 15 dei 22 che erano a bordo tra equipaggio e passeggeri; oppure Cutfield è un comandante che si è messo in salvo con l’equipaggio e una parte dei passeggeri, ma ha lasciato indietro gli altri, intrappolati nelle cabine. Al di là di queste semplificazioni, ci sono però delle domande sulla gestione del Bayesian che non ha resistito alla tromba marina o al downburst ed è affondato in sessanta secondi, «qualcosa di inspiegabile per una imbarcazione di quella staffa», dicono tutti gli esperti che in tutto il mondo, sulle varie chat, si stanno scambiando messaggi in cui prevale lo stupore. Ci sono almeno due punti critici: s’indaga per capire perché la chiglia retrattile - la deriva - era sollevata. Se invece fosse stata abbassata l’imbarcazione avrebbe avuto maggiore stabilità e, probabilmente, avrebbe resistito al fenomeno meteorologico estremo. Altro nodo, sollevato anche dall’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, intervistato da AdnKronos: la velocità dell’affondamento del Bayesian fa ritenere che vi fosse un portellone aperto. Il pensiero va a quello che si trova nella parte posteriore in una sorta di garage in cui viene tenuto normalmente il tender, il gommone usato per gli spostamenti. Può capitare che venga lasciato, per comodità, aperto, ma non se c’è un allarme maltempo: di lì potrebbe essere entrata copiosamente l’acqua. Spiega Nello De Pasquale, che oltre a essere deputato dell’Assemblea siciliana, è anche skipper di lunga esperienza: «Può essere che il portellone posteriore fosse aperto, ma quella è una camera a tenuta stagna e dunque doveva essere aperta anche la porta interna. Però per i tempi così rapidi dell’affondamento non è una spiegazione pienamente soddisfacente». Racconta un armatore che però chiede l’anonimato: «Una imbarcazione di quel tipo se viene a mancare la tenuta stagna perché entrambi i portelloni sono aperti, prevede un sistema di allarme. Per questo tutto appare inspiegabile».
L’Ansa ieri ha citato un esperto, un ingegnere di Italian Sea Group, società proprietaria di Perini Navi che nel 2008 varò un gioiello come il Bayesian. Ha detto di parlare a titolo personale e in forma anonima, ma è perentorio nel richiamare l’errore umano, che detta in altri termini significa mettere in discussione l’operato del comandante: «Lo yacht Bayesian è molto probabilmente affondato per un errore umano, un atteggiamento poco idoneo ad affrontare l'eventuale arrivo di una perturbazione». Tra i possibili punti oscuri indica le mancate chiusure dello scafo, i motori spenti e persone presenti ancora in cabina. «Tra i protocolli di sicurezza basilari - aggiunge - c'è quello di avere sempre una persona di guardia che controlla gli avvisi di burrasca, anche con la barca ferma in rada. Inoltre, anche con la tromba d'aria in arrivo, c'era tutto il tempo per salvarsi, sarebbero bastati 15 minuti per attivare tutte le misure di sicurezza». Eppure, nell’ambiente della nautica tutti concordano: Cutfield è un comandante molto affidabile. Da tempo vive a Palma di Maiorca, capitale mondiale degli yacht di lusso, lì si è sposato l’anno corso (la moglie lo ha raggiunto a Palermo), lì c’erano stati interventi di manutenzione del Bayesian nel 2020. Mark, il fratello che vive in Nuova Zelanda, ha spiegato al Nz Herald: «James è uno skipper di altissimo livello, stimato universalmente». E proprio il curriculum e la reputazione di Cutfield giustifica la definizione di “mistero” per la tragedia del Bayesian.