Il genitore dichiarò che la figlia era ubriaca e i violentatori “bravi ragazzi”. Gli arrestati negano tutto: "E' caduta"
di Redazione

Trapani – “La mia famiglia è stretta attorno a mia figlia, non ci meritavamo queste ignobili falsità e spero che non influisca sulla volontà di altre vittime di violenza: bisogna denunciare”. A parlare è il padre della giovane 18enne di Campobello di Mazara, vittima di uno stupro per cui i carabinieri di Trapani hanno arrestato quattro giovani. Il giorno in cui la ragazza si presentò ai carabinieri per denunciare, l’8 febbraio, anche il genitore andò in caserma, con i quattro violentatori, dicendo che “erano bravi ragazzi”. Oggi spiega: “In quel momento nulla mi era chiaro, il fatto che io non veda correttamente, non mi ha permesso di affondare lo sguardo per capire se mi stessero mentendo o meno, questa dichiarazione è stata fatta in mezzo alla strada – continua l’uomo – ma quando io mi sono ritrovato davanti ad una realtà, rappresentata dai carabinieri e da mia figlia, ho riflettuto, ricostruito ciò che è successo e mi sono schierato al fianco di mia figlia”. In quei giorni, la madre della ragazza, sentita dai carabinieri, aveva anche detto di avere paura di ritorsioni da parte dei due arrestati. Paura che finalmente sembra essersi allentata dopo gli arresti della settimana scorsa. E il padre dice senza tentennamenti: “Sostengo mia figlia. Denunciate”.
Oggi, sono stati sentiti due degli arrestati, i cugini Francesco ed Eros Biondo. “I miei assistiti hanno chiarito la loro posizione, con una versione dei fatti che, naturalmente, non coincide con quella fornita dalla vittima”. Lo dice l’avvocato Massimo Mattozzi: “Durante l’interrogatorio – dice – è emerso che la ragazza era ubriaca e sarebbe scivolata mentre scendeva le scale e così è stata aiutata a rialzarsi. Da qui i lividi sulle braccia”. La tesi, grottesca, non convince però la procura di Marsala, che evidentemente ha sottoposto la vittima ad analisi mediche. Senza contare che – tra le ricostruzioni degli investigatori – è riportato anche il tentativo dei quattro arrestati di colpire il fratello della vittima, addirittura attraverso una spedizione punitiva: difficile arrivare a tanto se si ha la coscienza pulita, per una banale caduta. Il coraggioso ragazzo ha sostenuto la sorella. “Mio figlio è stato un vero ometto – conclude il padre della giovane – a dimostrazione che la nostra famiglia è davvero unita attorno a questo dramma che supereremo tutti assieme”.
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