Cronaca
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29/04/2021 09:47

Don Rugolo, il gip: “Può abusare ancora”. Le vittime: “Soldi per tacere”

Testimonianze choc: “Abusi anche prima della messa, mi dicevano di dimenticare”

di Redazione

Don Rugolo, il gip: “Può abusare ancora”, le vittime: “Soldi per tacere”
Don Rugolo, il gip: “Può abusare ancora”, le vittime: “Soldi per tacere”

 Enna – “C’è la concretezza e attualità del pericolo di reiterazione di analoghi fatti di reato”: questa la motivazione con cui il gip, Luisa Maria Bruno, ha disposto martedì gli arresti domiciliari per il parroco di Piazza Armerina don Giuseppe Rugolo. Nell’ordinanza il giudice parla di “convergenza delle molteplici risultanze investigative, anche documentali, che disvelano, sin nell’attualità, l’inclinazione dell’indagato a cedere alle pulsioni sessuali in maniera incondizionata, ossia senza timore delle conseguenze delle sue azioni, oltre che in spregio ai principi del culto del quale egli è ministro”. E le testimonianze, difatti, non lasciano scampo al prete.

“Avevo ormai capito che la Chiesa non avrebbe fatto nulla, nonostante avessi parlato con più sacerdoti e pure con il vescovo” racconta un ragazzo 27enne, abusato quando ne aveva 15, perfino nella sacrestia della chiesa: “Ero terrorizzato per quello che mi stava accadendo, lui mi diceva invece che era una cosa bella e normale e che non dovevo temere nulla”. E quando provò a resistere alle pesanti avance dell’allora seminarista, “cominciò a trattarmi male davanti agli altri, anche durante la festa di fine grest. In quell’occasione, mi assegnò il compito di usciere della scuola, quando tutti gli altri erano fuori a fare giochi”.

Una autentica persecuzione del povero adolescente: “Persino prima della messa si avvicinava e mi molestava”. Un altro ha dichiarato alla polizia: “Capitava che scherzasse e intanto allungava le mani, toccava la parti intime a noi maschi. Noi cercavamo di allontanarci per evitare di sovraccaricare tale gesto”. Un altro ancora: “Ci stupivamo che ai ritiri dormisse nella stessa stanza con uno dei ragazzi del gruppo. Per tre volte, quando avevo 18 anni, ha provato a infilarmi la mano nei pantaloni”. E quando provò a confidarsi con un altro prete della diocesi, monsignor Vincenzo Murgano, questo gli rispose di dimenticare quanto accaduto e non dire niente a nessuno.

Violenze sessuali, ma anche gravissimi episodi di corruzione: denaro offerto in cambio del silenzio. Mai accettato. “Soldi della Caritas e l’accettazione della clausola della riservatezza, per garantire il silenzio di nostro figlio abusato” denunciano i genitori di una vittima, i quali riferiscono anche che la proposta sarebbe venuta direttamente dal vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana, a cui avevano chiesto giustizia per il figlio: il monsignore invece non ha detto nulla alla magistratura, limitandosi ad allontanare il sacerdote per un breve periodo. Un “sistema” sordido, infame, omertoso per cui sarebbe giusto che pagasse non solo don Rugolo.