Sulla singolare protesta del signor Armeli c’è più di punto “Grigio”
di Redazione

Regalbuto – Salvatore Grigio Armeli è tornato a incatenarsi stamani davanti al Palazzo municipale di Regalbuto , annunciando che non si libererà finché il sindaco non prenderà provvedimenti contro l’inquilino di un appartamento vicino al suo, dove a suo dire vivrebbero un numero imprecisato di cani. O almeno così riferiscono dalla cittadina ennese. Già lo scorso dicembre l’uomo aveva inscenato la stessa protesta, a cui seguì – sempre secondo le cronache locali – un’ordinanza di allontanamento di una ventina di cani dalla casa, che sarebbero però ritornati poche settimane dopo l’esecuzione del provvedimento.
Ma la battaglia di Armeli contro il canile in cui si ritroverebbe ad abitare va avanti addirittura dal 2003. “È una situazione insostenibile che va avanti da quasi 20 anni – dichiara all’Agi –. Io amo gli animali ma in questo modo i primi a soffrire sono proprio loro, rinchiusi in uno spazio chiuso e ristretto, in uno stabile in pieno centro urbano, da cui non escono nemmeno per una passeggiata giornaliera”. Non è solo una questione di civiltà e decoro ma pure di “diritto al riposo notturno, non rispettato per il continuo abbaiare”.
Ma anziché che patire le pene dell’inferno per 20 anni, non avrebbe fatto prima a trovare un’altra sistemazione? E poi c’è un’altra cosa singolare, ora come allora: nessuna immagine documenta online né le precarie condizioni igienico sanitarie in cui vivrebbe il vicino né, in particolare, la sua plateale protesta in catene in municipio. Tant’è che siamo dovuto ricorrere a una foto d’archivio per presentare la notizia, battuta stamani perfino dalla nota agenzia di stampa. Strano non esista una sola foto o un filmato sulla vicenda, visto che ha avuto tanta eco.
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